PER LA CASSAZIONE CHI FA MENDICARE I BIMBI ROM NON LI SCHIAVIZZA
APPARTERREBBE ALLA LORO CULTURA… PURCHE’ SIA ESERCITATA PART TIME… LA CASSAZIONE E’ CONTRO IL TEMPO PIENO…UNA SENTENZA CHE FARA’ DISCUTERE… SONO 50.000 I BABY MENDICANTI IN EUROPA… GUADAGNANO ANCHE 3.000 EURO AL MESE
In Italia vivono circa 120.000 mila rom e il 97% dei loro figli, secondo i dati ufficiali, è sfruttato dai loro genitori per l’accattonaggio.
Nel febbraio 2007 una sentenza della Corte di Cassazione aveva riconosciuto lo sfruttamento dei minori come “reato di riduzione o mantenimento in schiavitù”, ovvero i minori sfruttati sono da considerare come schiavi, spogliati dei diritti primari come quelli allo studio e all’educazione, ma soprattutto alla dignità personale.
Ora una nuova sentenza di pochi giorni fa cambia nuovamente lo scenario: l’impiego di minori nel chiedere l’elemosina non rientra più nel reato di riduzione in schiavitù, in quanto fa parte della cultura nomade e delle loro tradizioni.
A condizione che l’attività non sia prolungata per tutta la giornata. Insomma va bene un part time…
Certo che in Italia sappiamo far ridere, contraddicendoci persino ai massimi livelli della giustizia nel giro di 12 mesi.
Con la sentenza 44516, i giudici di Piazza Cavour ritengono che “l’adulto dedito alla mendicità per le necessità della sua famiglia e che dedica parte della sua giornata a tale attività portandosi dietro dei minori, non commette un reato di riduzione in schiavitù perchè è ben possibile che, dopo aver esercitato la mendicità il mattino, nella restante parte della giornata si prenda cura dei figli in modo adeguato”.
La vicenda specifica aveva avuto inizio quando una rom era stata fermata due volte dalla polizia a Caserta, sorpresa a mendicare con in grembo una bambina, mentre il figlio di 4 anni elemosinava nei paraggi e poi consegnava i soldi alla madre.
Condannata a 6 anni di reclusione dalla Corte d’Assise di Santa Maria Capua Vetere per riduzione in schiavitù e maltrattamenti, si leggeva nella sentenza che “aveva profittato di una situazione di inferiorità psichica del minore costretto all’accattonaggio con finalità di sfruttamento economico”. Ora invece i giudici di Cassazione fanno riferimento alla tradizione rom, sostenendo che con la decisione precedente si era criminalizzato il “mangel”, ovvero l’accattonaggio, tradizionalmente praticato dagli zingari.
Una condizione di vita radicata per un rom, quindi normale che un figlio diventi accattone.
A questo punto allora anche il maltrattamento non dovrebbe essere più contestato: chi lo dice che nella tradizione culturale rom non sia normale prendere a sberle un minore se non porta a casa la somma di elemosina prevista?
Magari c’e’ pure un premio che li aspetta altro che maltrattamento. Daremo loro una medaglia ricordo, nel caso.
In fondo basta chiedere quattrini in orario d’ufficio, con un bel part time, dice la Cassazione. Peccato si sia dimenticata che forse il mattino i bimbi rom dovrebbero frequentare la scuola, invece che dedicarsi all’accattonaggio per strada…
Ma forse la Corte di Cassazione non è informata sull’orario scolastico.
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