PER 10 MILIONI DI ITALIANI APPENA 1.000 EURO AL MESE
LE AZIENDE ASSUMONO DI PIU’, MA PAGANO SEMPRE DI MENO… CRESCE IL DIVARIO TRA UOMO E DONNA… I RISULTATI DELL’INDAGINE UNIONCAMERE
Nonostante la crisi, le imprese italiane continuano ad assumere e cercare sempre più laureati e diplomati, con preferenza per le specializzazioni tecniche e per candidati con esperienza lavorativa alle spalle.
Ma a questa richiesta di maggiore qualità , corrispondono retribuzioni adeguate?
A leggere i risultati della ricerca condotta da Unioncamere assieme a Od&m Consulting sembrerebbe proprio di no. Oltre 10 milioni di italiani in età da lavoro hanno una retribuzione lorda sotto la soglia di 23mila euro. Per le donne poi la busta paga si alleggerisce in media di 4mila euro. Nel 2007 la retribuzione lorda dei lavoratori italiani, includendo straordinari, premi di produttività e ogni altro elemento variabile della retribuzione, ha raggiunto in media 26.500 euro.
Si oscilla tra i 21.200 euro percepiti in media da chi svolge una professione non qualificata e i 92.200 euro delle professioni dirigenziali, con un differenziale di 4,3 volte tra i due estremi.
Se però si guarda alle retribuzioni dei lavoratori meno qualificati emerge il ritratto di un’Italia in cui le differenze retributive della maggior parte dei dipendenti sono molto contenute, per non dire piatte.
Quasi 10 milioni di lavoratori percepiscono, infatti, una retribuzione media compresa tra i 21.200 e i 22.800 euro, con uno scarto assoluto tra la retribuzione più bassa e quella più alta che non supera i 1.800 euro lordi.
Alto il divario tra uomo e donna: le retribuzioni medie per gli uomini sono pari a 28 mila euro contro i 24.100 per le donne, con uno scarto del 16% a favore dei primi.
Per i dirigenti lo scarto si riduce al 3,3% e per gli impiegati al 3,9%.
Dal punto di vista territoriale, la retribuzione totale annua lorda è compresa tra i 23.600 euro del Sud e i 28.200 del Nord Ovest. In posizione intermedia Nord Est ( circa 27.100) e Centro ( oltre 26.000).
Per quanto riguarda la domanda da parte delle imprese, è ancora elevato (oltre il 26%) il livello delle assunzioni per cui si prospettano difficoltà di reperimento ( sopratutto profili tecnici e specialistici).
E’ crescente la quota di rapporti di lavoro “non standard”: le assunzioni a tempo determinato, di apprendistato o di inserimento, sono passate dal 41-43% del 2003 al 55% del 2007.
I dati confermano complessivamente un quadro in cui le aziende continuano ad assumere, ma pagano sempre meno e esaminando gli stipendi netti esiste una vastissima fascia di lavoratori, oltre 10 milioni, che guadagna appena 1.000 euro al mese.
Una soglia che non permette certo di affrontare la crisi economica che stiamo vivendo e che è destinata nel 2009 ad accentuarsi.
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