PER SALVINI ERA UN POVERACCIO: SEQUESTRATA LA CASA INTESTATA ALLA MOGLIE DI BELSITO PER UN VALORE DI 700.000 EURO
LA LEGA AVEVA RINUNCIATO A COSTITUIRSI PARTE CIVILE CREANDO PARECCHI MALUMORI INTERNI: COSA C’E’ DA NASCONDERE?… E LA EX SEGRETARIA DI BOSSI RIVELA: “PRESSIONI DELLA MOGLIE DEL SENATUR SU BELSITO PERCHE’ PAGASSE LORO SPESE PERSONALI”
Dopo le società intestate a prestanome che gestivano la discoteca Sol Levante di Cavi di Lavagna e lo storico locale genovese Bar Balilla, la Guardia di Finanza ha sequestrato la casa di famiglia, registrata a nome della moglie.
Fino a qualche anno gestiva bilanci da decine di milioni di euro. Oggi Francesco Belsito, a cui i militari stanno sequestrando 2,4 milioni di euro di beni per il sospetto di una maxi-evasione fiscale, formalmente non ha più nulla.
Ma gli investigatori sono convinti che si sia circondato di una rete di fiduciari allo scopo di proteggere il tesoro accumulato negli anni in cui è maturato lo scandalo dei finanziamenti al Carroccio.
L’operazione è l’esecuzione di un sequestro per equivalente legato all’oscuro trasferimento offshore di 7 milioni di euro di fondi del suo ex partito in Tanzania e a Cipro: nel momento in cui Belsito ne ha avuto la disponibilità , avrebbe dovuto dichiararli al Fisco.
L’abitazione congelata dagli uomini della polizia tributaria, coordinati dal colonnello Maurizio Cintura e dal capo del nucleo tutela entrate Alessandro Coscarelli, ha un valore stimato di circa 700mila euro.
Una cifra che, sommata ai liquidi a suo nome trovati nella filiale della Cassa di risparmio di Alessandria (meno di mille euro), e alle due società , è ancora lontano dall’ammontare del sequestro.
Le Fiamme Gialle stanno cercando di ricostruire il trust che ne ha coperto le sue ultime attività . La maggioranza delle quote societarie del Bar Balilla erano intestate ad Antonella Scuticchio, madre ottantenne dell’ex custode del tesoro leghista.
Il locale continua a funzionare e, se il provvedimento verrà confermato, sarà affidato a un custode giudiziario e i fondi confluiranno allo Stato.
Uno degli interrogativi di queste ore riguarda proprio questo aspetto: come è possibile che sul conto bancario di Belsito fossero stati depositati meno di un migliaio di euro? Dove sono finiti gli utili del bar?
Resta lo sconcerto, tra i militanti leghisti, sulla mancata costituzione parte civile del partito nel processo, motivata da Salvini con la espressione “Inutile prendersela con uno che non ha nulla, i fatti ormai appartengono al passato”.
Ma molti ricordano che Belsito aveva dichiarato a verbale di aver consegnato 20.000 euro in nero a Salvini per la sua campagna elettorale e poi non ha più dichiarato altro.
Sul fronte giudiziaio milanese invece, Nadia Dagrada, ex segretaria ed ex contabile della Lega Nord, ha testimoniato nel processo a carico del Senatur, del figlio Renzo Bossi e dell’ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito per appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi del partito.
Stando alla deposizione di Dagrada, Belsito le avrebbe raccontato di «pressioni sempre più forti da parte della moglie di Bossi e della senatrice Rosi Mauro che lo avevano spaventato, anche perchè a volte, a suo dire, si era trattato anche di minacce».
Le «pressioni», ha chiarito la testimone, erano esercitate per ottenere «pagamenti di spese personali».
(da “il Secolo XIX“)
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