PERCHE’ LA CORTE DEI CONTI BOCCIA IL PONTE SULLO STRETTO
COSA C’ENTRA WEBUILD E COSA SUCCEDE ADESSO
Al centro della decisione la compatibilità del contratto con le norme del diritto
europeo. Il problema della gara, dei costi aumentati e cosa può fare il governo adesso
La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità al Ponte sullo Stretto di Messina e la registrazione della delibera Cipess di agosto. Ma non lo ha fermato per sempre. Anzi. Il governo può decidere di andare avanti con il progetto con un voto del Consiglio dei Ministri. Ma mentre gli strali del centrodestra si concentrano sul presidente della Corte Guido Carlino e sulla consigliera delegata Carmela Mirabella, le motivazioni dei
giudici chiariranno il perché della bocciatura. Al centro della quale c’è la compatibilità tra il contratto della società Webuild e le norme del diritto europeo. Che in qualche modo verrebbero sacrificate sull’altare della Grande Opera.
Il visto di legittimità per il Ponte sullo Stretto
Tecnicamente i magistrati contabili non hanno ammesso al visto di legittimità la delibera Cipess n. 41/2025. Ovvero quella con cui il 6 agosto il governo aveva approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. La sezione centrale di controllo sugli atti del governo ha deciso di non procedere alla registrazione dell’atto. Rinviando al deposito, entro 30 giorni, delle motivazioni le opportune spiegazioni. I problemi dell’opera evidenziati dalla Corte dei Conti sono diversi. Riguardano le coperture economiche, le stime sul traffico, la conformità del progetto alle normative ambientali e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. E anche sulla competenza del Cipess. I motivi di criticità in partenza erano dieci.
Cosa c’entra Webuild
Al centro della decisione, spiega il Corriere della Sera, c’è la compatibilità con le norme del diritto europeo del contratto di Webuild. Nato nel 2020 dalla fusione di Salini S.p.A. e
Impregilo S.p.A., il gruppo ha creato il consorzio Eurolink per costruire il Ponte. Insieme al Gruppo Sacyr (Spagna), a IHI (Giappone), insieme ad altri partner italiani di Eurolink, tra cui Condotte e Itinera. La delibera del Cipess viene quindi considerata illegittima perché contraria alle norme del diritto europeo. C’è da ricordare che la Corte dei Conti aveva segnalato già una serie di criticità. Per esempio secondo i giudici il progetto sarebbe dovuto passare al vaglio del Consiglio superiore dei lavori pubblici, che nel 1997 si espresse solo sul progetto “di massima” del 1992.
(da agenzie)
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