PIAZZA FONTANA, 50 ANNI DOPO, LA PACIFICAZIONE: MATTARELLA INCONTRA INSIEME LE VEDOVE PINELLI E CALABRESI
“STRAPPO LACERANTE MA LA REPUBBLICA E’ STATA PIU’ FORTE”
“L’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della strage”. Stringe le mani e si ferma a parlare con le vedove di Mario Calabresi e Giuseppe Pinelli, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prima dell’inizio della seduta straordinaria del consiglio comunale per il 50 esimo anniversario della strage di piazza Fontana.
Il Capo dello Stato saluta Licia Pinelli con le due figlie Silvia e Claudia, e Gemma Calabresi con il figlio Mario. Un momento estremamente importante e significativo.
In aula consiliare anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini. “La Repubblica è stata più forte degli attacchi contro il popolo italiano – ha continuato il Capo dello Stato – ma i tentativi sanguinari di sottrarre al popolo la sua sovranità sono falliti”.
Il presidente della Repubblica ha sottolineato l’importanza della memoria: “Siamo qui, oggi, perchè avvertiamo il dovere di ricordare, insieme, avvenimenti per i quali si è fatta verità e si è cercata giustizia, tra difficoltà e ostacoli, e sovente giungendo a esiti insoddisfacenti”.
E ancora: “L’identità della Repubblica è segnata dai morti e dai feriti della Banca Nazionale dell’Agricoltura. Un attacco forsennato contro la nostra convivenza civile prima ancora che contro l’ordinamento stesso della Repubblica”.
Poi, ancora, il dito puntato contro una parte delle istituzioni: “L’attività depistatoria di una parte di strutture dello Stato è stata, quindi, doppiamente colpevole”.
Poi lo sguardo rivolto ai parenti delle vittime: “Cinquant’anni dopo piazza Fontana sentiamo insieme ai familiari il dolore profondo per una ferita non rimarginabile”.
Con una telefonata a sorpresa alla redazione di ‘Radio Popolare’, Licia Pinelli, 91enne vedova del ferroviere anarchico Giuseppe, ha rotto un silenzio lungo 10 anni il giorno dell’anniversario della strage di piazza Fontana.
“Quello di quest’anno – ha detto ai microfoni dell’emittente radiofonica – è un passaggio importante, è una svolta. Ogni parola del presidente Mattarella sarà un incentivo ad andare avanti per la democrazia”. Ieri il sindaco Giuseppe Sala ha chiesto perdono alla famiglia dell’uomo, morto dopo essere precipitato dal quarto piano della Questura di Milano la notte del 15 dicembre di 50 anni fa: “Non mi aspettavo che Sala chiedesse perdono alla nostra famiglia – sono le parole dell’anziana donna – è stato un bel gesto, che ci restituisce qualcosa. Io non mi aspetto niente da nessuno, quello che arriva arriva, come è avvenuto in questi 50 anni”. Infine, sulla morte del marito che cadde durante un interrogatorio in Questura che si protrasse ben oltre i limiti imposti dalla legge: “Su come è morto mio marito la verità noi la conosciamo, noi le cose le sappiamo, poi se qualcuno ha voglia di parlare, parlerà ”.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply