PIU’ ARMI CHE CAPPUCCINI, QUANTO E’ FACILE SPARARE NEGLI USA
NEGLI STATI UNITI CI SONO PIU’ ARMI DA FUOCO IN CIRCOLAZIONE CHE ABITANTI, LE SPARATORIE SONO ALL’ORDINE DEL GIORNO… IL RAPPORTO ARMI-CAFFE’ E’ DI SEI A UNO
Più facile sparare che bere un cappuccino, più semplice imbattersi in un commerciante d’armi che in un tranquillo negozietto di cappuccini.
C’era una volta l’America, quella da telefilm, che va al lavoro sorseggiando caffè bollente dal bicchierone gigante di Starbucks. C’era una volta se mai è esistita.
Oggi l’America vera che si risveglia dall’incubo di Orlando – la sparatoria con più vittime della storia Usa – deve fare i conti con tutt’altra realtà : per le strade americane è più facile imbattersi in un rivenditore d’armi che in un negozio di “frappuccini”.
Il rapporto è di 6 a 1. Il caffè di Starbucks con i suoi quasi 11mila negozi perde su tutta la linea contro i 65mila rivenditori che nel 2015 hanno smerciato armi da fuoco.
“Il diritto dei cittadini di detenere armi non potrà essere infranto”, recita il secondo emendamento.
A giudicare dai numeri, sono in molti a esercitare questo diritto: i dati del Congressional Research Service parlano di 357 milioni di armi da fuoco in circolazione per una popolazione di circa 319 milioni di abitanti.
Anche i dati sulle sparatorie sono allarmanti.
Quella di Orlando ha fatto più vittime di tutte le altre, ma è solo l’iceberg di una lunga lista.
Dopo i 50 morti di Orlando, ci sono i 32 di quel 16 aprile 2007 in cui uno studente, Seung-hui Cho, aprì il fuoco contro i compagni del campus a Blacksburg, in Virginia. E poi c’è il massacro della scuola elementare Sandy Hook, in Connecticut: in quel dicembre del 2012 fu un ventenne con problemi mentali, Adam Lanza, a compiere il massacro, 27 i morti.
Non è passato poi molto tempo dal 2 dicembre 2015, quando Syed Farook e sua moglie Tashfeen Malik hanno aperto il fuoco e fatto 14 vittime in un centro per disabili di San Bernardino.
“Trecentocinquantacinque sparatorie in un anno, anzi in trecentotrentasei giorni”: è questa la fotografia impietosa che scattò il Washington Post all’indomani della strage di San Bernardino.
Da allora per l’America l’incubo non è ancora finito.
Francesca De Benedetti
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