PONTE MORANDI, CAOS SUL COMMISSARIO PER GENOVA: GEMME IN CONFLITTO DI INTERESSI, SALTA TUTTO
LE NORME ANTICORRUZIONI IMPEDISCONO CHE UN COMMISSARIO POSSA DECIDERE SU UNA QUESTIONE CHE RIGUARDA UN FAMILIARE… LA MADRE HA UNA CASA DI PROPRIETA’ IN ZONA ROSSA, SOLO SALVINI POTEVA PENSARE CHE FOSSE UN VALORE AGGIUNTO… MA QUANDO SI DECIDONO GLI INDENNIZZI NON LO E’
Quello che era stato dipinto come un valore aggiunto rischia di costargli la nomina: la designazione di Claudio Andrea Gemme, considerato da giorni in pole per il ruolo di commissario per la ricostruzione, è appesa a un filo per una incompatibilità giuridica. Non solo per il ruolo in Fincantieri, da cui aveva già annunciato di volersi dimettere – un fattore comunque guardato con perplessità in particolare dal Movimento 5 Stelle – quanto per un legame familiare e la presenza di una casa di proprietà della madre in zona rossa.
Elemento questo con solide basi tecniche, che ha impedito che il presidente del consiglio Giuseppe Conte desse seguito in tempi brevi all’annuncio di ieri mattina su Facebook, in un post in cui tracciava un bilancio dei primi quattro mesi di mandato.
Tutto deriva dal codice civile e da un limite in origine fissato per i giudici.
Che, per ragioni piuttosto ovvie, non possono pronunciarsi su liti che riguardano parenti.
Tecnicamente si chiama dovere di astensione e riguarda i familiari fino al quarto grado. Fino a qui nessun problema.
Il punto è che questo limite è stato esteso alla pubblica amministrazione da vari leggi successive, a partire dalla 190 del 2012, fino a norme più specifiche su anticorruzione e trasparenza, e si applica a tutti i possibili conflitti di interessi.
In parole povere, il commissario si troverebbe a decidere su una questione che riguarda un familiare – si pensi alla partita degli indennizzi – e questo rappresenterebbe una incompatibilità , secondo gli uffici di Palazzo Chigi e non solo.
Se l’ostacolo per Gemme si rivelasse insormontabile, si potrebbe tornare a considerare altri nomi: Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo, o Roberto Cingolani, direttore dell’IIT. Più distanziato il presidente del Gaslini, Pietro Pongiglione.
Anche se a questo punto non è escluso che si torni al piano originario, individuando un tecnico nell’orbita dei ministeri.
(da “Il Secolo XIX”)
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