NELLA CALABRIA DEI MASSONI E DEI MAFIOSI HANNO TROVATO IL NEMICO DELLA LEGALITA’
LA LEGGE NON E’ PIU’ LO SCUDO CHE DIFENDE DALL’ARBITRIO, MA IL BASTONE NELLE MANI DEL POTERE
Ciò che più colpisce, nel lungo e grottesco comunicato della Procura della Repubblica di Locri a proposito dell’arresto del sindaco di Riace, è l’esilarante riferimento all’appalto per la raccolta dei rifiuti nel minuscolo comune calabrese.
Il crimine presunto, per cui scatta la misura cautelare, consisterebbe nelle forzature amministrative con cui si è consentito l’affidamento del servizio di igiene pubblica a cooperative in cui lavorano insieme stranieri e riacesi.
Nessuno ha rubato, nessuno ha inquinato: ma hanno lavorato, hanno prodotto ricchezza, hanno rivitalizzato un borgo in via di estinzione, hanno fatto comunità .
In una regione martoriata dal partito mafioso della “monnezza”, in una terra ferita dai traffici e dallo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, in una Calabria dove per decenni troppi servitori dello Stato e troppi magistrati hanno praticato la politica dello struzzo, non vedendo mai nulla, o fingendo di non vedere, talvolta vendendosi a poteri di tenebra, ora hanno finalmente trovato il nemico della legalità : Mimmo Lucano, il sindaco dell’accoglienza.
Già il capo della Procura della Repubblica di Catania, l’ineffabile dott. Carmelo Zuccaro, aveva aperto il fronte della caccia alle streghe contro i volontari delle Ong, offrendo al Movimento 5 stelle un argomento per allinearsi alle posizioni della Lega.
I volontari, un tempo celebrati come eroi civili, sono improvvisamente diventati “vice-scafisti” e trafficanti di esseri umani: e su questa propaganda becera Di Maio e Salvini hanno costruito lo sfondo culturale del “contratto di governo”.
I grillini hanno messo una maschera legalitaria per nascondere la vergogna della loro subalternità ad un partito razzista e xenofobo.
Ma ora siamo ad un punto ancora più grave. Nella Calabria dei massoni e dei mafiosi che controllano territori ed affari, in una delle patrie elettive dell’ecomafia, la giustizia colpisce coloro che il Vangelo chiamerebbe “operatori di pace”.
Lo Stato di diritto diventa il diritto dello Stato a spaventare, a minacciare, a impedire di salvare le vite e la vita.
E la legge non è più lo scudo che ci difende dall’arbitrio, ma è il bastone nelle mani del potere costituito.
Non credo che si possa più tacere.
(da “Huffingtonpost”)
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