POZZOLO, LA SERATA DI CAPODANNO ORA PER ORA
«LO SPARO DA UN METRO IN UNA FESTA TRA FAMIGLIE, CON I BIMBI CHE CORREVANO»
Tutti quelli sentiti a verbale finora hanno concordato l’identica ricostruzione: la pistola era nelle mani di Pozzolo e non è mai caduta sul pavimento. Ma cosa è successo la notte di Capodanno nell’ex asilo di Rosazza? Il nastro va riavvolto alle prime ore della serata.
Stando alla ricostruzione tutto avviene in piedi, accanto a uno dei tavoli. Pozzolo viene visto «maneggiare» la pistola. Lui dirà invece che l’arma gli è caduta. È il punto fondamentale dell’indagine. Tutti i testimoni finora lo hanno smentito. Il sospetto della procura è che il deputato abbia estratto la piccola arma dalla tasca per mostrarla a qualcuno e che in quel momento, accidentale, sia partito il colpo. Per accertare l’esatta dinamica la procura potrebbe comunque chiedere nei prossimi giorni una perizia balistica.
Accanto a Pozzolo c’è un gruppetto di persone, anche loro in piedi. Campana è lì, più o meno a un metro di distanza: non conosce Pozzolo, non sa neppure che sia un deputato. Non c’è invece Delmastro (vicino all’auto per lasciare gli avanzi di cibo), né la sorella Francesca tornata a casa per badare al cane. Tutti sentono lo sparo, compresi i figli del 31enne che sono nell’altro salone.
Campana sente un bruciore alla coscia sinistra. Si allontana di pochi passi, entra nella dispensa, vede la ferita, il sangue e ha un malore. Parte la chiamata al 112. Qualcuno urla, i bambini ancora presenti vengono scortati nel salone dei giochi dove i più grandi li intrattengono nella speranza che non si accorgano di nulla. Poi l’ambulanza e la corsa all’ospedale di Ponderano, 20 chilometri più a valle. L’operazione per estrarre il proiettile dura un quarto d’ora. Nel frattempo i carabinieri di Androno Micca iniziano a sentire i testimoni e sequestrano la pistola al deputato. Sono le prime ore del 2024, l’inizio del Pozzolo-gate.
«Il cane non si arma da solo»
La Stampa parla anche con l’avvocato Sandro Evangelisti, perito balistico del tribunale di Macerata e di varie procure. «Impossibile che un revolver si armi da solo o cadendo a terra. Se però il cane è già armato, il colpo può partire nell’impatto con il pavimento. Ma qualcuno deve aver armato il cane. E per armare un revolver occorre un gesto volontario. Se prendessimo un’arma per simulare il movimento che alza il cane dovremmo esercitare una trazione sullo spigolo di un mobile molto decisa ed energica. Ma stiamo parlando di un gesto assolutamente volontario e preciso», spiega. E ancora: «Per esplodere un colpo il cane della pistola deve essere armato. Quindi, se qualcuno ha sparato per errore, vuol dire che il cane era alzato. E il cane non si arma da solo».
(da il Corriere della Sera)
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