PREMIERATO? BOCCIATO: IL NUOVO TESTO, SU CUI LA MAGGIORANZA HA TROVATO L’ACCORDO (GIUSTO IN TEMPO PER LE EUROPEE), FA VENIRE L’ORTICARIA AI COSTITUZIONALISTI
“IL QUIRINALE È ANCORA PIÙ INDEBOLITO, E LA VITA DEL PARLAMENTO È NELLE MANI DEL PREMIER”… CON LA NUOVA FORMULAZIONE, CHE FA INCAZZARE ANCHE MARCELLO PERA (ELETTO CON FDI), È PREVISTO LO SCIOGLIMENTO AUTOMATICO DELLE CAMERA IN CASO DI SFIDUCIA… GIULIANO URBANI: “FORMULA GREZZA CHE NON HA FUTURO”
Giuliano Urbani, politico e politologo, già ministro, tra i fondatori di
Forza Italia, 86 anni, gran parte dei quali dedicati a studiare e analizzare i partiti e le istituzioni. È convinto che una riforma dello Stato che dia stabilità ai governi sia necessaria, anzi indispensabile.
Ma così no, così non è che un ballon d’essai , fragile e sballottato dalle correnti. E, usando un’altra immagine, il professore pensa che un cambiamento della forma dello Stato così concepita non potrebbe che «finire a Patrasso», corruzione popolare del biblico «Ire ad patres», cioè, andare a raggiungere gli antenati, risolversi in nulla, morire.
Ma intanto, professore, il premierato sta prendendo forma.
«La proposta al momento non è che uno scheletro, una formula grezza che non credo abbia futuro, non in questa forma».
Cosa non la convince?
«La riforma dello Stato è un tema importantissimo e delicato, da maneggiare con cura.
Scelte come questa devono essere condivise. Non dico necessariamente in ogni dettaglio Ma lo spirito deve essere comune. Altrimenti vengono magari approvate da una maggioranza, Ma poi alla fine non reggono alla prova dei fatti, non funzionano».
Molto si discute sul rapporto tra il capo dello Stato e un premier eletto dal popolo.
«È evidente che così si riducono i poteri del presidente della Repubblica. Bisogna discuterne. E invece non se ne parla, si dice che non sarà un problema, mentre rispondere così non è che una rimozione del problema».
Si propone anche un premio di maggioranza.
«Ecco, questa è la bomba atomica. Io penso che in qualche forma andrebbe previsto, ma non è uno scoglio da poco. È evidente che sulle regole del gioco sia necessario un accordo».
Servirebbe il ballottaggio se nessuno superasse nelle urne il 50 per cento?
«È possibile, è un’altra cosa su cui ragionare».
E il tema della «staffetta» in caso di sfiducia?
«Sta dentro il tema del ruolo e delle funzioni del Parlamento, altra questione da affrontare. La verità è che bisogna negoziare: non è una parolaccia, è indispensabile».
Con la riforma approvata Mattarella si dovrebbe dimettere?§«Conto che a nessuno venga in mente un’assurdità simile».
(da Corriere della Sera)
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