IL PADRE DI ILARIA SALIS: “DALLO STATO NON CI ASPETTIAMO PIÙ NULLA, CI È STATO NEGATO TUTTO”
IL LEGALE DELLA 39ENNE DETENUTA A BUDAPEST ANNUNCIA: “SIAMO PRONTI A FARE UN’ALTRA ISTANZA PER CHIEDERE I DOMICILIARI”
“Dallo Stato non ci aspettiamo più nulla, non abbiamo attese particolari, ci è stato negato tutto e ora dobbiamo continuare a cercare autonomamente delle soluzioni”: è quanto ha detto all’ANSA Roberto Salis, il padre di Ilaria Salis, la 39enne detenuta da circa un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito due militanti neonazisti, dopo l’incontro avvenuto ieri a Roma con i ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio.
“Ho sentito Ilaria – aggiunge – sperava di avere buone notizie e ci è rimasta male. È molto delusa e un po’ agitata”. Per quanto riguarda i domiciliari in Ungheria “è un’ipotesi che non piace a nessuno ma vedremo”.
“Siamo pronti a fare un’altra istanza” per chiedere i domiciliari, “sperando che la magistratura questa volta non la rifiuti”. Lo dice all’ANSA l’avvocato ungherese di Ilaria Salis, Gyorgy Magyarto.
“Ilaria è un’antifascista fiera che non vuole darsi alla fuga e il giudice può essere convinto in questo senso”, ha aggiunto precisando che “i domiciliari a Budapest, dal punto di vista del lavoro della difesa, sarebbero la soluzione migliore” in un processo che si preannuncia lungo, con la prossima udienza a fine maggio e la successiva non prima di “settembre”.
L’avvocato, che sostiene la difesa nel processo alla Corte municipale di Budapest, ha spiegato di capire i motivi dell’imputata, della famiglia e dei legali italiani, per farla tornare in Italia ma, secondo lui, una sorveglianza cautelare ai domiciliari nel suo Paese renderebbe più difficile il lavoro della difesa.
“Sarebbe meglio cercare una dimora sicura a Budapest, accettata come tale dalla magistratura e dalla polizia ungheresi, con la garanzia di un braccialetto elettronico contro ‘il pericolo di fuga’ – motivazione che ha portato al rifiuto delle precedenti richieste di domiciliari”, ha aggiunto precisando che tale soluzione “può assicurare un contatto continuo con i difensori”.
Il legale ha poi confermato che Salis, su insistenza della difesa, sta iniziando a ricevere il materiale probatorio tradotto in italiano ma – ha puntualizzato – “c’è ancora un lungo lavoro” da fare.
(da agenzie)
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