PRIMARIE PD, L’ULTIMO GIORNO SPESO PER CONVINCERE GLI ELETTORI
PRIMO PROBLEMA RIMANE L’AFFLUENZA, IL CONFRONTO CON 3 MILIONI DI UN ANNO FA E’ PESANTE… L’ANNUNCIO DI PRODI POTREBBE FARE DA TRAINO
La corsa per le primarie del Pd è al rush finale.
Tra poche ore la base del partito deciderà chi sarà il nuovo segretario del partito tra Matteo Renzi, Gianni Cuperlo e Pippo Civati.
Ma quanti voteranno domani? La forchetta va da 900 mila – e sarebbe un flop – a 1,5 milioni.
I più ottimisti dicono anche due e forse qualcosa di più.
Il sindaco di Firenze lancia la sfida finale per il governo e per la nuova agenda chiudendo la sua campagna a Reggio Emilia, poi a Empoli. «Grazie per l’entusiasmo di questi giorni! Oggi chiedo a tutti un ultimo sforzo: parlate con tutti, uno per uno, casa per casa. Dai, che questa è #lavoltabuona!», scrive su Facebook.
Il sindaco di Firenze teme la scarsa partecipazione: «Non è vero che per le primarie di domani è tutto già deciso – avverte -, lo dicono per tenervi lontano dai seggi e per dire che la politica non serve a niente».
I tempi di Renzi sono sempre quelli: «Chi vota per me, vota per cambiare le regole del gioco sul lavoro».
Sul tema della lotta alla crisi, «quello che è stato fatto in questi anni non è servito: c’è il 12,7% della disoccupazione e non ne parla più nessuno come se fosse un dato scontato».
Il sindaco spiega la scelta della sua penultima tappa: «Reggio – scandisce dal palco – è la città del tricolore e noi col tricolore nel cuore vogliamo dire che vogliamo bene all’Italia».
Cuperlo è intervenuto a Bologna e a Dolo (Venezia).
Assicura la sua lealtà anche in caso di sconfitta: «Se non dovessi vincere mi metterei al servizio dell’unità del Pd, difendendo e promuovendo idee e progetti che abbiamo messo al centro di questo programma».
In caso di vittoria «voglio dedicarmi interamente, nei prossimi anni, a questa attività , sono convinto che bisogna reinvestire in questo partito».
«Massimo D’Alema non mi ha dato nessun consiglio», assicura Cuperlo. Che non risparmia una frecciata più o meno velata a Renzi: «Noi non siamo il volto buono della destra, noi siamo la sinistra. Noi non siamo il volto politico della moda o di Zelig, noi siamo la sinistra».
Civati ha tenuto gli ultimi comizi in Sardegna.
Il candidato brianzolo punta a smarcarsi. Un regalo per Natale all’Italia? «Un pacchetto con dentro il Mattarellum, che di per sè non è una legge perfetta, ma sarebbe una piccola rivoluzione e un ritorno a quello che c’era otto anni fa e comunque meglio del Porcellum», dice da Cagliari. Civati non risparmia botte agli altri candidati: la scissione nel Pd? «È una cosa che mette in giro D’Alema. Una volta era Cuperlo che scriveva i discorsi per lui, ora è il contrario: secondo me era meglio prima anche se non funzionava tantissimo».
Civati accusa anche Cuperlo di aver esagerato con il marketing telefonico: «Da ieri migliaia di iscritti ed elettori democratici stanno ricevendo telefonate che invitano a votare per lui».
Poi l’ultimo appello per il voto: «I gufi sono appollaiati sui gazebo da qualche giorno e sperano che le primarie vadano male perchè così non cambia niente. Già la partecipazione sarebbe un segnale e poi dipende dal voto».
Ma a tenere banco è ancora l’annuncio di Romano Prodi.
Il Professore, dopo il gran rifiuto di inizio novembre quando annunciò di volersi tenere lontano dai gazebo, scende in capo per il Pd: «Voterò per le primarie perchè il bipolarismo è a rischio». Quello di Prodi è un gesto di affetto e responsabilità verso quel partito che, con i suoi 101 “traditori” gli aveva voltato le spalle quando si trattò di votare il suo nome.
La parola d’ordine rilanciata dal Prof è «salvare il bipolarismo».
Segno che il terremoto della sentenza della Consulta rischia di avere ripercussioni dirette anche sul partito democratico.
«I rischi aperti dalla recente sentenza della Corte mi obbligano a ripensare a decisioni prese in precedenza, ha fatto sapere». Dunque, ha spiegato, «tornerò dall’estero e mi metterò in coda con tanti altri cittadini desiderosi di cambiamento».
Perchè, ha aggiunto, «pur con tutti i suoi limiti, il Pd resta l’unico strumento della democrazia partecipata di cui tanto abbiamo bisogno».
La scesa in campo di Prodi può rivelarsi un aiuto formidabile per dare una spinta alla partecipazione al voto che resta il punto dolente di queste primarie, soprattutto per Renzi che deve confrontarsi con i 3 milioni dell’ultima chiamata alle urne per lanciare la sua sfida finale. Una sfida che combatte sempre sul terreno dell’agenda che dovrà seguire governo dal 9 dicembre.
Ma anche il segretario Guglielmo Epifani saluta la decisione di Prodi come «un buon viatico» per l’affluenza.
«Il fatto che Prodi abbia cambiato idea è positivo e apprezzato dalla comunità dei democratici italiani perchè è una scelta importante che spinge al voto e sono convinto che possa far crescere la partecipazione» dice il leader del Pd.
Più difficile dire se quello di Prodi possa rappresentare un endorsement per Matteo Renzi(«penso voti o me o Civati» dice il sindaco).
In realtà pare che Prodi voti per Civati…
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