PROCESSO BREVE: E’ VERO CHE IL PROGETTO DEL PD DEL 2006 ERA LO STESSO DI QUESTO DEL PDL?
GASPARRI : “A SINISTRA C’E’ IPOCRISIA: LORO VOLEVANO AIUTARE I NIPOTINI DI RIINA”…. FINOCCHIARO: “O NON SANNO LEGGERE O NON SANNO QUELLO CHE DICONO, O LO SANNO E MENTONO”….. I DUE TESTI IN REALTA’ SONO MOLTO DIVERSI E QUELLO DI DUE ANNI FA DEI DS NON AVREBBE GARANTITO ALCUN SCUDO AL PREMIER
In attesa che il disegno di legge sul processo breve sia emendato dal centrodestra, per evitare i rischi palesi di incostituzionalità che sono emersi in quasi tutti i giuristi ad una prima sommaria lettura, destra e sinistra non hanno trovato di meglio che tirarsi i capelli su un altra vicenda collegata al decreto in questione.
Il centrosinistra aveva presentato nella precedente legislatura un decreto che recepiva gli inviti della Corte Europea di Giustizia e tendeva ad accorciare i tempi del processo.
Su questo precedente i due schieramenti si stanno scontrando con una violenza verbale mai vista e attacchi mediatici inusuali.
L’artefice in primis è stato Maurizio Gasparri che ha pensato di aver trovato un argomento per chiudere all’angolo la sinistra e ha dichiarato: “A sinistra c’è molta ipocrisia, loro avrebbero addirittura voluto aiutare i nipotini di Riina. Era stata Anna Finocchiaro, che ora reagisce in maniera nervosa davanti al nostro testo, a firmare quello presentato due anni. Non accettiamo le sue critiche”.
Parte in tromba anche Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl, che aggiunge: “Quando la sinistra presentò quel provvedimento, non pensava affatto che potesse beneficiarne anche Berlusconi: adesso che lo sa, che fa? Lo respinge con sdegno?”.
Ma arriva la risposta a stretti giro della Finocchiaro: “Mi sembrano le prove generali di una imminente crisi di nervi: o non sanno leggere o non sanno quello che dicono, o lo sanno e quindi mentono. Le nostre proposte sono molto diverse da quelle presentate da loro”.
Vediamo, testo alla mano, chi ha ragione e chi torto.
Si parla del ddl 878, primo firmatario Massimo Brutti, all’epoca responsabile Giustizia . I testi onestamente sono molto diversi.
Quello presentato ora dal Pdl fissa rigidamente i tempi dei processi in due anni per ciascuna fase, quello del Pd immaginava sei anni per la prima sentenza (due fino al rinvio a giudizio, due per l’inizio del dibattimento vero e proprio, altri due fino alla prima decisione del tribunale), poi altri due anni per il ricorso in appello e altri due per i ricorsi in Cassazione.
Brutti aveva poi previsto altri slittamenti per evitare strategie dilatorie, in casi di richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di parlamentari imputati, di fronte a rinvii dovuti ad assenze dei legali o dei loro assistiti, in caso di rogatoria internazionale.
Il testo del Pdl invece non prevede alcun correttivo.
La differenza sostanziale sta poi nel fatto che nel testo del Pd si fissavano in maniera netta i tempi di prescrizione del reato (e non del processo): da 20 anni (nei reati più gravi) a 3 anni (per contravvenzioni punite con sola ammenda).
La riproposizione oggi del testo di Brutti di due anni fa non garantirebbe quindi alcun scudo a Berlusconi, in quanto autorizzerebbe il Tribunale a emettere una sentenza di primo grado dopo 7,5 anni e non certo due. Piuttosto si va facendo strada l’idea che l’impianto del vecchio testo, dal punto di vista costituzionale, sia migliore e su di esso si sarebbe potuto lavorare, invece che fare il pasticcio attuale.
Insomma, Gasparri ha tentato di spacciare come analoga una proposta del Pd di due anni fa per avere un alibi polemico e giustificare la costituzionalità del suo decreto (diciamo quello che ha firmato).
Forse avrebbe fatto meglio a leggersi il vecchio testo, ma si sa, ormai l’importante è una cosa dirla in Tv.
Qualcuno che ci crede lo si trova sempre.
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