PRODI: “IO AL QUIRINALE?” NON SONO CANDIDATO, ANZI SONO FUORI”
IL PROFESSORE DRIBBLA ANCHE LA TURISTA: “VADA AL COLLE”… “LO DICE DA TEDESCA”
Professore, ha visto le “Quirinarie”? «Oggi ho visto solo la primavera…».
Anche i grillini la vogliono presidente… «È la prima giornata di primavera, ho guardato solo questo».
Romano Prodi non si fa tirar dentro nessuna rosa, neppure quella a dieci petali del voto online dei Cinquestelle.
Sta ripassando da casa, a Bologna, per un pernotto veloce: questa mattina sarà già in volo per Tunisi.
Inutile insistere ancora, «Quod dixi, dixi…E non ho detto nulla».
Qualche ora prima, a Lucca per una conferenza, con le agenzie che volevano sapere se accettasse la candidatura del popolo cinquestelle, era stato laconico: «Non ho nessuna candidatura al Quirinale, sto semplicemente a guardare».
E un’aggiunta: «Per il resto, io sono fuori».
Tre paroline che gettano scompiglio tra i suoi intimi, «ma come, Romano sta fuori? Che significa?», amici di vecchia data come Arturo Parisi telefonano, si informano, alla fine si rassicurano: il Professore vuol solo far capire che nessuno gli strapperà una sola alzata di sopracciglio che possa essere interpretata come un’accettazione di candidatura, o peggio ancora un’autocandidatura.
Ci pensa Sandra Zampa, deputata e storica portavoce, a mettere i puntini sulle i: «Prima di tutto, per il Quirinale non sono previste candidature e quindi neppure quella del Professor Prodi è fra queste», spiega.
«Poi, da cinque anni Prodi è fuori dalla politica italiana, e passa la maggior parte del suo tempo in missione all’estero».
E dunque ecco, quell’essere-fuori dovrebbe voler dire soltanto “me ne sto un po’ lontano” dalla diplomazia che precede il conclave repubblicano, che è affare della politica. Infatti, il giorno stesso in cui le Camere riunite inizieranno a votare, lui sarà di nuovo su un aereo, destinazione Bamako, missione dell’Onu nel martoriato Mali, insomma durante i primi scrutini lui non sarà qui, ma lì.
Questo non significa certo che possa impedire il viceversa, ossia che tutti gli altri parlino di lui come quirinabile.
Nel bene e nel male. A Bari, Berlusconi gli scarica addosso i fischi della piazza, «Volete Prodi al Quirinale?» «Nooooo».
Sul Web, la sorpresa della sua inclusione nella decina dei candidabili del MoVimento è accolta da contrarietà di molti grillini.
Proprio per questo, Prodi non ha nessuna intenzione di farsi mettere sull’altare o sul bersaglio, dove il tirassegno è già partito, lo denuncia sempre Zampa, «gli attacchi dei giornali e delle televisioni che fanno capo al Cavaliere si intensificano man mano che si avvicina la data per l’elezione del Presidente».
Ma anche le aspettative crescono.
A Lucca, nel pomeriggio, è un vecchio amico toscano ad accoglierlo «Benvenuto al futuro presidente!», unica risposta un sorriso ironico e una botta sulla spalla col giornale arrotolato, poi è una turista a gridarglielo all’uscita dell’Auditorium intitolato, guarda tu, a San Romano: «Professore, faccia lei il presidente della Repubblica! Glielo dico anche se sono tedesca!», e questa volta Prodi non resiste alla battuta: «Lo dice proprio perchè è tedesca… ».
Ma a questo punto è il suo ex ministro Giovanni Maria Flick a sbarrare la strada ad ulteriori curiosità o anche solo cenni d’augurio: «Signora, meno si dice meglio è, per scaramanzia…».
Michele Smargiassi
(da “La Repubblica“)
Leave a Reply