QUANDO SALVINI ANDAVA IN MOSCHEA A PIETIRE PREFERENZE: “ALLORA CHIEDEVA VOTI, OGGI VUOLE LE RUSPE”
IL LEPENOSO SPUTTANATO IN UNA FOTO: 15 ANNI FA ERA ANDATO NELLA MOSCHEA “ABUSIVA” DI VIA PADOVA… DAVIDE PICCARDO DEL CAIM: “ECCO LA SUA COERENZA”
Matteo Salvini è entrato in una moschea e ha persino chiesto dei voti.
A dirlo è Davide Piccardo, del CAIM – Coordinamento associazioni islamiche di Milano e Monza e Brianza, che sul suo profilo Facebook ha postato una foto che risale a quindici anni fa, quando Salvini era un giovane consigliere comunale di Milano. Nell’immagine il leader della Lega Nord è in via Padova 144, in una di quelle che lui oggi chiama “moschee abusive”, ritratto in compagnia di Gueddouda Boukaber, che come scrive Piccardo è “esponente di primissimo piano di molte delle associazioni nel mirino oggi, e parlamentare in Algeria di un partito di ispirazione islamica”.
Con loro ci sono anche Abdelwahab Ciccarello, dirigente di Islamic Relief, e Abdullah Tchina, imam di via Padova, della moschea Mariam e fondatore del Caim.
Scrive nel post Piccardo: “Da più di un mese siamo oggetto di una campagna diffamatoria condotta da esponenti del centro-destra e dai loro organi di stampa come Il Giornale, Libero e il Foglio con lo scopo di infangare la credibilità di Sumaya Abdel Qader e di conseguenza di danneggiare Sala. Servendosi di un’attività di dossieraggio costante e approfondita ripropongono i rapporti tra persone del tutto incensurate ammantandoli di un atmosfera di sospetto, mistificando e condendo il tutto con una buona dose di insinuanzioni”.
E tutto questo, continua il membro del Caim, “per sostenere il teorema dell’ ‘Islam politico’ che infiltra la politica si distorce l’identità delle nostre associazioni, si ignorano bellamente le nostre prese di posizione e il nostro lavoro sociale, educativo e culturale e si demonizza il pensiero riformista che le ispira. La politica con noi non dovrebbe nemmeno parlare”.
“E allora mi chiedo – scrive Piccardo – che cosa ci facesse Matteo Salvini lì. Infine, la verità : “Salvini era in campagna elettorale e chiedeva voti”. E chiude con l’hashtag “#coerenza”.
(da agenzie)
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