QUANTE OFFERTE PER CONVINCERE FORMIGONI A RESTARE AL PIRELLONE!
PIATTO RICCO, MI CI FICCO ?
Ricordate un vecchio thriller, “Il terrore corre sul filo”? Beh in questi giorni, sulla linea Roma-Milano della politica, sembra di assistere a una proiezione speciale del vecchio film, con molti comprimari interessati e timorosi, ma con due indubbi protagonisti: Silvio Berlusconi e Roberto Formigoni. Il governatore lombardo, anima e mente di Comunione e Liberazione, aveva deciso di candidarsi alle elezioni e lasciare la Regione, con la prospettiva di avere un incarico di spessore nel nuovo Governo: Esteri, Interno o Presidenza del Senato. Un trampolino di lancio verso “più alte responsabilità “, sicuramente in ogni caso un giusto riconoscimento al lavoro svolto in Lombardia, deve regna incontrastato da oltre 10 anni. Una gestione che ha portato la Lombardia a livelli di eccellenza in Europa, presa a modello all’estero, con successi riconosciuti anche dagli avversari nel campo della Sanità e delle Pubblica Amministrazione. D’altronde era dato per scontato il suo nuovo impegno “romano”, se ne parlava da tempo come un fatto acquisito, altrimenti che senso avrebbe avuto presentarsi candidato? Inoltre avrebbe lasciato la Presidenza al leghista Castelli, con un passaggio simbolico di testimone alla seconda forza politica della Regione che era in attesa da mesi di mettere le mani sul governatorato lombardoveneto.
Che accade invece improvvisamente che ha molto contrariato il buon Roberto? Accade che qualcuno, dopo aver promesso o avallato, cominci a pensare che Formigoni sia uno che “oscurerebbe” troppo altri leaders, da quello maximo ( Silvio) a quello minimale (Fini), per passare a tanti altri maggiorenti di Corte che sguazzano nel mare di Arcore. Da qui un patetico dietrofront, giustificato dal fatto che senza di lui, in Lombardia la Lega prenderebbe più voti del PdL e Silvio non se lo può permettere. Quindi meglio che Roberto stia al suo posto e lasci le “cose romane” ad altri. A parte che il ragionamento non ci convince. sia perchè il PdL non dovrebbe essere “competitor” con la Lega, visto che i “lumbard” sono stati favoriti elettoralmente proprio da Silvio, ponendoli come unici alleati della coalizione e rifuitando analogo trattamento ad altri, sia perchè il feeling ostentato tra Silvio e Umberto non ha mai dato spazio a eccessive polemiche territoriali, se non tra i rispettivi colonnelli, viene invece da chiedersi se non sia proprio Berlusconi a temere la personalità di Formigoni. DI cui tutto si può dire, salvo che sia uno sprovveduto, tanto è vero che per molti osservatori neutrali, è ritenuto l’unico in grado di “succedere” un domani a Berlusconi stesso, a parte chi si illude di averne titolo, capacità e consenso interno. Il governatore della Lombardia in realtà fa paura, sia ai vivi che ai morti viventi, questa è la morale che si può trarre d questa ridicola retromarcia su suoi incarichi governativi.
Non si spiegherebbe altrimenti il “pacchetto di offerte” che Silvio ha recapitato a Formigoni “purchè rimanga in Lombardia” e non si faccia vedere a Roma. In primo luogo rimanere, nel 2010, governatore per la quarta volta ( c’e’ un’apposita modifica dello Statuto che a maggio sarà votata in Consiglio regionale che lo permetterà ), un incarico importante alla luce ell’Expo 2015. In secondo luogo verrebbe nominato Commissario governativo per l’Expo, quindi riassumendo nella sua carica tutte le competenze spettanti a Roma in relazione all’evento. In terzo luogo, Berlusconi costringerebbe tutti gli assessori regionali lombardi candidati al Parlamento a lasciare la Regione e Formigoni avrebbe carta bianca per rimpiazzarli con uomini a lui graditi ( si tratta di assessorati importanti come Industria, Agricoltura e Famiglia). In quarto luogo Formigoni verrebbe nominato Coordinatore nazionale unico del PdL, in pratica il segretario del nuovo partito con riflessi interni di non poca rilevanza in prospettiva.
Diciamo un po’ eccessiva persino come offerta, anche se “congelata” a una veste prevalentemente lombarda, che denota molte altre paure. Ora tocca a Formigoni decidere se accettare di “restare al suo posto” senza sollevare polemiche o se decidere di uscire allo scoperto per “correre” l’avventura romana e consolidare la sua immagine a livello nazionale. Ci sono due strade forse che portano a Roma…Roberto deve capire qual è la più breve da imboccare. Emblematica la risposta data a Fini che aveva garantito la sua permanenza a Milano: ” Del mio futuro non decide Fini, decido da solo”… La lunga marcia di Formigoni è appena iniziata, ma non si può dire che non gli manchi la grinta…
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