“RACCONTERO’ QIELLO CHE SO SU SCHIFANI”: CATTURATO COSTA A SANTO DOMINGO
L’IMPRENDITORE CONDANNATO E IN RAPPORTO CON LA CRIMINALITA’ LO AVEVA ANNUNCIATO… ERA LATITANTE NELLA REPUBBLICA DOMINICANA
«Prima o poi la verità su Schifani la racconterò tutta fin dal primo giorno in cui l’ho conosciuto».
Parola dell’imprenditore Giovanni Costa catturate da “l’Espresso” nel settembre 2010. Sono passati due anni da quello sfogo, nel frattempo l’imprenditore palermitano, condannato dalla Cassazione nel maggio scorso per riciclaggio e bancarotta fraudolenta, si era dato latitante.
Martedì però la sua villeggiatura forzata e dorata a Santo Domingo è finita con l’arresto. Mesi di lavoro del reparto criminalità organizzata della squadra Mobile di Bologna hanno portato alla sua cattura.
La polizia domenicana e l’Interpol hanno fatto il resto.
Gli hanno messo le manette mentre usciva da un resort di lusso nella terza città più grande del paradiso caraibico, La Romana.
In una zona, Casa de Campo, nota per le ville hollywoodiane di attori e personaggi dello spettacolo.
La stessa zona dove ha comprato casa Marcello Dell’Utri. Tra qualche giorno dovrebbe arrivare l’ok delle autorità per l’estradizione in Italia.
Dall’Emilia a Santo Domingo passando per Cuba, Costa è riuscito a far perdere le tracce. Ma lui non aveva intenzione di vivere da recluso.
E proprio la sua passione per la bella vita l’ha tradito.
Continue richieste di denaro ai figli in Italia e il profilo Facebook “Gio Costi”(con foto delle spiagge bianche di Santo Domingo) hanno messo sulle sue tracce i detective bolognesi.
A Santo Domingo ha stretto amicizia con un altro siciliano trapiantato sull’Isola da molti anni.
E si sarebbe inserito in una serie di affari immobiliari. Non era solo Costa. Ha condiviso il periodo caraibico con una ragazza dell’Est Europa, ufficialmente segretaria di una società panamense.
Insomma a Costa la vita da latitante gli stava stretta.
L’imprenditore palermitano è arrivato a Bologna negli anni ’90.
Qui attira l’attenzione degli investigatori che lo indagano per riciclaggio e mettono sotto sequestro il suo patrimonio.
Molti anni dopo arrivano le confische definitive delle società e degli immobili di pregio sotto le Due Torri. Per uno strano scherzo del destino alcuni degli appartamenti sottratti a Costa si trovano nella galleria intitolata ai giudici Falcone e Borsellino.
Uno di questi è ancora occupato dai familiari e perciò non riutilizzabile dalla collettività come prevede la legge.
E’ un romanzo la vita di Costa. La trama si dipana tra affari, viaggi e trasferimenti.
Inizia a Villabate negli anni ’80. Racconta dei servizi prestati (e per questo è stato condannato) a Giovanni Sucato, personaggio legato alla mafia di Villabate.
Il suo resoconto si intreccia con la vita, come lui stesso dichiara, dell’ex presidente del Senato Renato Schifani, indagato dalla procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa.
Per il fedelissimo di Silvio Berlusconi i pm palermitani avevano chiesto di archiviare il caso, ma il gip ha chiesto un supplemento di indagini.
Agli atti anche i racconti del misterioso Costa.
Giovanni TIzian
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