RAI, SU FOA E’ SEMPRE STALLO, LEGA E FORZA ITALIA TRATTANO ANCORA
UN GIRO DI POLTRONE IN ARRIVO, MENTRE FORZA ITALIA DEVE DECIDERE SE LEGARSI O SLEGARSI
Neanche la discesa in campo dei pezzi da 90 è servita finora a sbloccare la situazione. E questo la dice lunga sul ruolo che i contendenti attribuiscono all’azienda di Saxa Rubra.
Matteo Salvini sa che il Cavallo di viale Mazzini è l’unico che può aggirare l’arrocco dietro il quale si è trincerato l’ex Cavaliere, il suo alleato di sempre.
Mai come questa volta in gioco però non c’è solo la poltrona di presidente, o l’ostinazione a reiterare la bocciatura di Marcello Foa, ma molto molto di più. L’accordo sulle prossime Regionali in Abruzzo e Basilicata, ad esempio.
Se non addirittura e – in base alla proprietà transitiva — l’assetto del centrodestra in vista della campagna per le Europee. �
In ballo insomma ci sono scelte cruciali: opa o non opa? Lasciare in vita o staccare la spina che ossigena quel che resta di Forza Italia? Legarsi o slegarsi dall’ultimo anelito moderato che soffia dalle parti di Pontida?
Lo scontro con la magistratura e il sequestro dei beni non hanno rafforzato il partito della conciliazione, anzi hanno fatto da carburante, rimesso distanza
E i pentastellati? Assistono alla battaglia lasciando trasparire segretamente un certo disgusto, anche se nelle ultime ore spingono perchè venga trovata una soluzione e sciolto il nodo. Nodo, che, come detto, li vede per ora spettatori.
La mobilitazione degli alfieri, dei vari Tajani, Letta, Giorgetti, non ha dato al momento gli effetti sperati. Il rebus è rimasto rebus.
Ma già domani potrebbe essere la giornata decisiva per uscire dallo stallo: Salvini aprirà infatti la nuova stagione di Porta a Porta e difficilmente Bruno Vespa non coglierà l’occasione per chiedere al ministro dell’Interno delucidazioni sulla Rai giallo-verde, la concessione e il sevizio pubblico. Che ne sarà ?
La partita la gioca il leader leghista in prima persona ma tutta la sua squadra è schierata pancia a terra. Sono stati acquisiti i pareri legali che rimetterebbero in sella l’ex direttore del Corriere del Ticino dando il via libera dunque ad una seconda votazione del Cda. Il Pd però non cambia linea e preannuncia ricorsi e carte bollate che potrebbero ingessare la situazione.
Difficilmente però giovedì prossimo a San Macuto la Vigilanza si sparerà addosso, andrà cioè al voto. Fino all’ultimo istante e anche oltre si cercherà la mediazione.
Chi conosce l’azienda e il ruolo strategico che viene assegnato al pilota sa bene quanto importante sia per partiti e movimenti muovere le proprie pedine con cautela e attenzione.
Sbloccato il nome del presidente si metterà in moto il meccanismo a cascata che tiene in fibrillazione e con il fiato sospeso il volubile popolo di Saxa Rubra. I nomi che circolano per le direzioni dei Tg sono più o meno sempre gli stessi: Sangiuliano (Tg1), Matano (Tg2), Mazzà (Tg3) Paolo Corsini (RadioRai), Casarin o Ghelfi (Tgr), Colucci (RaiParlamento). Reti e Fiction restano per ora caselle da riempire. Forse ancora per poco.
(da “NextQuotidiano”)
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