RAID OMOFOBO DI GENOVA: NON ERANO SUDAMERICANI MA STUDENTI ITALIANI
MASSACRARONO DI BOTTE UN QUARANTENNE SUL BUS RITENENDOLO GAY… TRE ARRESTATI E DUE RAGAZZE DENUNCIATE
Due mesi, per venire a capo di quello che sulle prime era sembrato un caso (parecchio) in salita: almeno cinque componenti della gang che il 14 luglio scorso ridusse in fin di vita un barman di 44 anni alla fermata del bus in piazza Caricamento, picchiandolo a sangue poichè credevano fosse gay, sono stati individuati: in tre sono stati arrestati, due maggiorenni e uno, all’epoca dei fatti, minorenne, tutti genovesi; altre due ragazze sono state denunciate.
Per loro prende corpo l’accusa di tentato omicidio.
Secondo quanto affermato da uno degli arrestati, all’origine del pestaggio ci sarebbe un complimento a una delle due giovani donne del gruppo.
Tesi che però contrasta con la frase riportata dalla vittima: l’uomo, rincasato subito dopo il pestaggio, aveva infatti detto alla fidanzata che prima di venir picchiato dal branco era stato affrontato da una delle due ragazze che gli avrebbe detto: «non guardare il mio ragazzo, ma che sei gay?».
I giovani arrestati, uno dei quali all’epoca dei fatti era minorenne, sono tutti studenti genovesi e hanno alle spalle famiglie solide.
I carabinieri sono riusciti a individuare prima una delle ragazze e da lei hanno stretto il cerchio sul resto del gruppo.
Uno degli arrestati è stato preso a Milano dove era andato in discoteca.
L’elemento cruciale nella svolta all’indagine, è stato rappresentato dalle tracce telefoniche che i picchiatori hanno lasciato durante la fuga.
Due video differenti li immortalano a distanza di qualche centinaio di metri, e questo ha consentito agli uomini del nucleo operativo della compagnia Centro di fissare una direttrice abbastanza precisa lungo la quale si sono allontanati.
A quel punto si è indagato sulle celle telefoniche: un lavoro quasi ossessivo, da parte dell’Arma, ma ha permesso d’isolare un gruppo di numeri sospetti, che si sono “spostati” lungo il tragitto indicato dai filmati.
(da “Il Secolo XIX”)
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