RANDELLATE A SALVINI: “CHI FOMENTA L’ODIO NON PUO’ ESSERE LEADER, MARCHINI E PARISI SONO IL FUTURO”
INTERVISTA A MARIA ROSARIA ROSSI: “PER GUIDARE IL CENTRODESTRA OCCORRE VISIONE POLITICA, UMILTA’ E CAPACITA’ DI AGGREGARE ANIME DIVERSE SU UN PROGETTO COMUNE”
“Forza Italia e Lega sono alleate dal 1994, nonostante spaccature più gravi di quelle recenti. Ho visto però che adesso c’è chi attacca il presidente Berlusconi. Dicono che è “moderato” nei voti, che non è più il leader. Forse è meglio aiutare gli smemorati: hanno avuto Bossi, poi Maroni, quindi Salvini, domani chissà . L’unico che è sempre rimasto leader, invece, indovinate chi è?”.
È Silvio Berlusconi, senatrice Maria Rosaria Rossi, leader unico di un “partito personale”. In ogni caso la scelta di Alfio Marchini ha rotto gli equilibri. Un tentativo di Berlusconi di riaffermare la leadership nella coalizione?
“Non credo servisse una conferma, il leader è lui”.
Beh, Salvini e Meloni la pensano diversamente. Ricordano che è anziano, insinuano che non contrasti Renzi per difendere le aziende. È possibile un centrodestra senza di lui?
“Per essere leader di una coalizione servono capacità di lettura, esperienza, visione e un profondo rispetto degli altri. In più, bisogna essere in grado di aggregare anime diverse attorno ad un progetto comune. Temo proprio che nessuno, a parte il presidente, abbia tutte queste capacità . Lo penso io, ma lo dice anche la storia degli ultimi venti anni”.
Non c’è spazio per un centrodestra lepenista guidato dai due quarantenni, dunque?
“Vede, è molto semplice: chi fomenta l’odio contro i migranti, inneggia alle ruspe nei campi rom o chiede l’uscita dall’Europa non può essere leader di un popolo. L’Italia ha bisogno di soluzioni che portino al ripristino della sicurezza, al rilancio dell’economia e alla sburocratizzazione. Chi pensa di risolvere tutto questo fomentando l’odio non risolverà nulla. E non potrà mai essere un leader”.
Per questo Berlusconi ha rotto l’unità del centrodestra?
“Non mi risulta che Berlusconi abbia spaccato la coalizione, visto che ci sono già state situazioni in cui ci siamo presentati separati. Berlusconi aveva individuato da tempo in Alfio Marchini un uomo concreto, capace, competente, che ha fatto opposizione a Marino e conosce al meglio la macchina amministrativa”.
Prima però aveva scelto Bertolaso, poi la “capriola” a favore di Marchini.
“Con Bertolaso ha affrontato e risolto le emergenze durante gli anni di governo. Ecco allora la sintesi: un vero e proprio dream team Marchini-Bertolaso. Farà tornare grande Roma. Potevamo offrire di meglio a questa città ?”.
La Meloni, ad esempio? Perchè non sostenerla in queste amministrative?
“Si chiamano amministrative perchè, appunto, chi vince deve poi amministrare. La Meloni è un ottimo leader del suo partito, ma ha sempre fatto solo politica. Oggi invece servono uomini e donne che provengono dal mondo del lavoro, capaci di capire e gestire una macchina amministrativa complessa come Roma. Berlusconi sostiene figure così in tutte le principali città , nella Capitale non poteva essere da meno”.
Lei ha sempre “sponsorizzato” Marchini. Pensate davvero a lui come leader del centrodestra del futuro, da affiancare a Berlusconi?
“Non solo Marchini, ma anche Parisi, Lettieri: tutti quelli che dal mondo del lavoro stanno finalmente scendendo in politica al fianco di chi, nel 1994, fu costretto a mettersi a disposizione. Non ci può essere futuro là dove c’è disgregazione”.
Comunque a Roma ha vinto il cerchio magico, facendo infuriare diversi altri dirigenti. Berlusconi viene sempre sulle vostre posizioni?
“Le ricostruzioni dei giornali non corrispondono alla realtà . La verità è più semplice: sono io che mi trovo spesso sulle posizioni del Presidente, perchè ne condivido progetti ed obiettivi. E lui è sempre disponibile al confronto, pronto ad ascoltare tutti”.
Non certo chi in FI tifava Meloni, big del calibro di Toti e Romani. A suo avviso cercavano di dare battaglia per la leadership del partito?
“No, avranno fatto un ragionamento politico di livello nazionale, ma poi anche loro hanno condiviso la decisione su Roma”.
Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica“)
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