RATZINGER SANTO SUBITO? E’ IL TRIONFO DI ANDY WARHOL
LA SPETTACOLARE APPLICAZIONE DEL CATTOLICESIMO ALLE REGOLE POP DEL TEMPO DEI SOCIAL: ‘VOGLIO TUTTO, LO VOGLIO SUBITO’
Santo subito, eccola l’espressione perfetta a stabilire il trionfo di Andy Warhol: persino i papi replicabili in una confezione sempre uguale a sé stessa, come il barattolo della zuppa Campbell’s.
Fare santo Ratzinger, come è stato fatto santo Wojtyla, e prima Montini, e prima Roncalli, cioè siamo a quattro degli ultimi cinque e il quinto, Luciani, è beato. Non so se sarà accolta l’invocazione dei credenti – figlia senz’ altro di uno slancio genuino – ma intanto dà l’indizio della spettacolare applicazione del cattolicesimo alle regole pop del tempo dei social: voglio tutto, lo voglio subito.
Impossibile amare Ratzinger senza portare l’amore e l’oggetto d’amore in una dimensione titanica: che sia santo, e ora. Di duecentosessantasei papi, ne sono stati canonizzati ottantadue, quelli delle origini praticamente tutti, prima che diventasse un’elevazione eccezionale: dei papi compresi fra l’Undicesimo e il Diciannovesimo secolo, soltanto cinque. E occorrevano istruttorie lunghe centinaia, o perlomeno decine di anni, e minuziose e implacabili, perché la prudenza, una delle quattro virtù cardinali, indica la divina lontananza dalle furie del tempo (e infatti la proclamazione di un santo è una delle rare occasioni in cui il Papa in carica esercita il dogma dell’infallibilità).
Ora si cede all’enfasi dell’istante e del plebiscito, al popolo che sa meglio e non perde tempo, e persino a un non credente fa un po’ dispiacere vedere un’istituzione bimillenaria, che non si confondeva col secolarismo per l’ambizione di essere immersa nella dimensione dell’eternità, dedicarsi a una celebrazione mondana che fa tanto Hall of Fame.
(da La Stampa)
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