REFERENDUM, NASCE IL COMITATO DEL “SO” , IL FRONTE DEL “FORSE”
GLI EX VENDOLIANI STEFANO E URAS LANCIANO LA PROVOCAZIONE, RIVOLGENDOSI ALLA SINISTRA INCERTA
E nasce anche il “libero comitato del So”.
Dario Stefà no e Luciano Uras, senatori eletti nelle file vendoliane di Sel (ma ora nel gruppo mistro), hanno lanciato la provocazione in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre: “Sulla costituzione dei comitati del Sì e del No di ispirazione partitica ci siamo espressi senza riserve, convinti come siamo che non aiuteranno la discussione con e tra i cittadini, all’interno delle nostre comunità territoriali. Siamo favorevoli invece — permettete il gioco di parole — ai liberi comitati del So, perchè lo spazio pubblico di questo appuntamento elettorale non deve e non può essere esclusivo appannaggio dei partiti e dei movimenti politici o dei loro rispettivi rappresentanti”.
Una provocazione accompagnata però da un documento, che sarà inviato alla sinistra ancora incerta.
A quelli che ormai sono chiamati l’armata del “forse”, soprattutto del “forse Sì” e che vede arruolati Fabrizio Barca, ex ministro della Coesione, e il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda.
Anche Giuliano Pisapia, leader della Sinistra ed ex sindaco di Milano, ha anticipato che “non sta dalla parte del No”.
La variabile “cambiamento dell’Italicum”, la legge elettorale, fa la differenza.
Però si è capito che eventuali modifiche dell’Italicum non ci saranno concretamente se non dopo il referendum.
La sinistra dem di Speranza, Cuperlo e Bersani sta trattando sulla legge elettorale per evitare un No al referendum già annunciato: tra oggi e domani ci sarà la riunione della commissione Guerini — quella insediata dopo la direzione del Pd del 10 ottobre — dove si confrontano i capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda, il presidente del partito Matteo Orfini e Gianni Cuperlo.
Scetticismo su un patto politico che scongiuri la frattura nel Pd.
Il fronte politico del “forse”, a 48 giorni dal referendum, non si è assottigliato.
Stefà no è convinto che si va al contrario ingrossando e che a sinistra molti sono tentati dal Sì. Scrive nella lettera aperta: “Noi ci iscriviamo allo stesso partito di Giuliano Pisapia, quello che non accetta che il confronto sulla revisione costituzionale, si trasformi in uno scontro mortale tra le diverse anime del campo democratico e progressista, a danno della prospettiva di un governo avanzato del paese, nel più ampio interesse popolare”.
Barca in un blog di qualche settimana fa, non più aggiornato, usa la metafora dell’Elefante e del Cavaliere per parlare del conflitto tra sentimento e ragione.
Il Cavaliere “sa guardare lungo e intravede rischi e opportunità “. Nel caso specifico, della riforma costituzionale, esaminati uno a uno i pro e i contro, il saldo è pari, “”giudizio di invarianza””.
Conclusione: andate a votare, anche forse.
(da “La Repubblica”)
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