RENZI IN SARDEGNA SCENDE DAL CAMPER, VIENE ACCOLTO DA URLA E FISCHI DEI MINATORI E RISCHIA DI ROVINARSI LA CAMICIA GRIFFATA
CONTESTATO DA LAVORATORI ALLO STREMO CHE NON HANNO TROVATO SOLLIEVO NELLE SUE TESI LIBERISTE
«Le noste famiglie sono allo stremo e il Sulcis anche».
Queste sono le parole che un operaio di Portovesme ha urlato in faccia a distanza ravvicinata al sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che nel pomeriggio ha cominciato da un hotel di Carbonia il suo tour elettorale in Sardegna in vista delle primarie del centrosinistra previste per il 25 novembre prossimo.
Una delegazione di operai dell’Alcoa e dell’Eurallumina l’aspettava davanti all’albergo, dove Renzi e’ entrato dal retro.
In sala e’ stato accolto da fischi e assordanti cori di contestazione.
«Il dramma che vivono il Sulcis, la Sardegna, e tutta Italia deriva da trent’anni di politiche fallimentari che hanno rinviato il problema e oggi portano a un contesto in cui le persone non si fidano piu’ della politica – ha detto Renzi ai cronisti — Bisogna tutelare non il posto di lavoro, ma i lavoratori, quindi aiutarli a cambiare e accompagnarli con il sostegno dello Stato».
Dopo Carbonia, Matteo Renzi è arrivato a Iglesias, seconda tappa del tour elettorale di due giorni in Sardegna in vista delle primarie del centrosinistra, ed è stato accolto dai fischi dei lavoratori del Sulcis Iglesiente.
Una contestazione con urla e cori, in un territorio particolarmente colpito dalla crisi economica con realtà come Alcoa ed Eurallumina le cui vertenze sono ancora in atto.
(da “il Corriere Fiorentino”)
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