RENZI SI SGONFIA: “ANCHE SE NON CONCLUDIAMO ENTRO L’8 AGOSTO NON SARA’ UN DRAMMA”
IL PREMIER STIZZITO SI E’ ACCORTO CHE NON CE LA FA E PREPARA L’ALIBI
Una tagliola sdentata, o comunque meno stringente. Matteo Renzi sembra abbandonare il pugno di ferro utilizzato nei giorni scorsi nei confronti dell’opposizione e ammette che la discussione per la riforma del Senato può anche proseguire oltre l’8 agosto, e cioè dopo il limite tassativo che aveva provocato la ribellione dei senatori M5S, Lega e Sel – i quali si erano messi in marcia verso il Colle per chiedere aiuto a Giorgio Napolitano.
Il premier in una intervista al Tg5 è ottimista: “Io credo che sulle riforme si può chiudere l’8 agosto”. E se la maggioranza non ce la farà per quel giorno allora non cadrà il mondo: “Non c’è una data finale decisiva”.
Renzi ripete le parole che quasi in contemporanea vengono pronunciate dalla ministra Maria Elena Boschi, intercettata dai cronisti alla festa del Partito democratico a Varese: “Sono fiduciosa nella riuscita della riforma ma se non dovessimo finire perchè resta l’ostruzionismo delle opposizioni, andremo avanti anche oltre l’8 agosto non è un dramma, lavoreremo di più e faremo qualche giorno di ferie in meno”.
Tuttavia quella inizialmente sembra una apertura alle ragioni di coloro che vorrebbero discutere più a lungo sul cambiamento radicale del Senato, in bocca a Renzi diventa come una nuova provocazione ai partiti minoritari: la cosiddetta “marcia democratica”, e cioè la camminata verso il palazzo del presidente della Repubblica giovedì, viene bollata come “passeggiatina”:
“Quando vedi i senatori che dovrebbero stare in Parlamento a votare andare a fare passeggiatine dal Senato al Quirinale capisci che c’è qualcosa che non torna”.
Non c’è bisogno di traduzione, la volontà di chiudere il prima possibile rimane intatta mentre il messaggio del governo è quello di trovare incomprensibile l’atteggiamento dell’opposizione.
La solita retorica insomma, da cui Renzi non sa distaccarsi per confrontarsi nel merito.
Anche perchè sa benissimo che gli italiani sono contrari alla sua riforma patacca concordata con Berlusconi.
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