ALFANO VOLTA LE SPALLE A BERLUSCONI: “MILLE GIORNI ANCORA CON RENZI”
IL SEGRETARIO NCD RESPINGE IL TENTATIVO DI BERLUSCONI DI SPACCARE IL PARTITO E CERCA DI FAR CONVIVERE LE VARIE ANIME DI NCD
Qualcuno, questa mattina, leggendo Il Giornale ha pensato a una scena del film “La grande bellezza”.
Jep Gambardella si trova a una festa su una terrazza romana, guarda ballare gli invitati e sussurra: “Io non volevo solo partecipare alle feste, volevo avere il potere di farle fallire”. Ecco.
Il leader di Forza Italia irrompe alla prima assemblea del Nuovo centrodestra, è presente tra le righe di ogni intervento.
Fino a quando, un delegato prende la parola e dal palco lo dice con chiarezza: “Con quella lettera Berlusconi ci chiede di tornare insieme ma in realtà ci vuole spaccare”.
Mille giorni che potrebbero essere anche diecimila o un milione. Tanti ce ne vogliono per riunire il centrodestra perchè Alfano, quando parla di preferenze da inserire nella legge elettorale, ribadisce la distanza che c’è tra il suo partito e Forza Italia.
Sul palco dell’assemblea di Ncd è tutto un gioco di equilibri, talvolta di passi indietro rispetto alle parole degli ultimi giorni, per evitare che il partito esploda lì davanti: che si spacchi tra chi vuole tornare con Forza Italia, tra chi in fondo si lascia tentare da alleanze con la sinistra e chi invece è per un’unione popolare di centro.
In sala la tensione si avverte (“sono arrivata qui preoccupata”, dice Nunzia De Girolamo), per non parlare della stanchezza data da una riunione notturna servita a trovare la chiave utile a tenere unito il gruppo.
Un conclave presieduto da Alfano al quale hanno partecipato Lupi e Quagliariello, reduci – secondo quanto raccontano alcuni – da uno scontro sulle alleanze, cosiddette, “a geometrie variabili” che sarebbero state proposte, in vista delle elezioni regionali, dall’ex ministro delle Riforme e bocciate da quello delle Infrastrutture.
Al termine della settimana più complicata per il Nuovo centrodestra, oggi Alfano tira le somme per mettere d’accordo l’intero partito e Quagliariello viene eletto per acclamazione coordinatore nazionale.
Con buona pace di tutti. La sintesi delle tre anime è la seguente: Ncd resterà al governo con il Pd per altri 1000 giorni, poi andrà per la sua strada.
Oggi per il partito “inizia la seconda fase: quella della costruzione”.
La costruzione di un centrodestra dei moderati “completamente diverso dal passato, perchè il vecchio centrodestra è morto e non esiste più”, sostiene il leader di Ncd che risponde a Berlusconi: “Se si costruirà il centrodestra bisognerà farlo con il rispetto delle opinioni di tutti, con la democrazia all’interno”.
Ma la sfida che l’ex delfino lancia al suo ex padre politico riguarda la legge elettorale sulla quale sa che Berlusconi difficilmente potrà cedere, stretto com’è da quelli che ancora oggi il ministro dell’Interno definisce gli estremisti.
“Noi chiediamo a Forza Italia su quale base vuole ricostruire il centrodestra in riferimento alla legge elettorale. Intende soffocare i coalizzati? Nell’appello di oggi manca un punto che per noi è fondamentale per capire se questa potenziale coalizione si può realizzare e se si realizzerà . Ci date una dichiarazione ufficiale di Forza Italia sulla legge elettorale? Per nascere la coalizione non deve soffocare in culla quelli che nel centrodestra c’erano fin dall’inizio”.
La palla viene dunque lanciata abilmente nel campo dell’avversario e intanto, sempre in un gioco di equilibrio, Alfano fa sapere che Ncd nella realizzazione del centrodestra parte come chi insieme a lui “ha sostenuto il governo, le riforme e il Ppe, e cioè con l’Udc, Scelta civica e i Popolari per l’Italia”.
Tuttavia il caos è generale. In casa Udc neanche si respira un’aria serena.
Da una parte c’è Casini che vuole tornare con Berlusconi, e dall’altra ci sono De Poli e Cesa che non ne vogliono sapere.
E Scelta Civica? Sembra ormai più a sinistra che al centro.
Comunque sia per Fabrizio Cicchitto bisogna fare “un salto di qualità ” stando attenti perchè “a Renzi un centrodestra guidato da Berlusconi fa comodo”.
E poi ancora. Tornare con Berlusconi? “C’è un problema che riguarda la dignità di ognuno di noi”.
In Forza Italia c’è “Ghedini, artefice di tanti successi del partito”, aggiunge un ironico Cicchitto, “e ci sono Verdini, Fitto e Santanchè”.
Ancora più secco è Roberto Formigoni: “No ad alleanze con Berlusconi. Non cadiamo nella trappola, non dimentichiamo gli insulti. L’istinto nei nostri confronti sarà quello della distruzione. Non illudiamoci. Non possiamo trovare riparo negli antichi ostelli”.
In Ncd due sono le colombe della pace e sono donne. Hanno il nome di Nunzia De Girolamo e Barbara Saltamartini.
Per l’ex ministro dell’Agricoltura, Ncd non si è “separata dal Pdl per idee diverse ma perchè noi volevamo stare al governo e loro all’opposizione”.
Dunque, all’orizzonte è possibile un ritorno.
Secca e avvolta da applausi la replica di un’altra donna del partito, Beatrice Lorenzin: “Non siamo usciti dal Pdl per restare al governo ma perchè il Pdl stava prendendo una deriva estremista che io non ho esitato a definire Alba dorata”
E ancora: “Oggi non ci sono i presupposti per alleanze”. Sui malumori degli ultimi giorni, il ministro della Salute garantisce che non ci saranno scissioni: “Non siamo mica un atomo e non siamo neanche a Kabul, ognuno da noi può esprimere la propria idea in libertà “.
Senza dubbio però Berlusconi continuerà a insistere, a provare a spaccare Ncd, come qualcuno teme, per poi tentare di riunire il centrodestra e di fare il padre nobile.
Il macigno sulla ricostruzione del centrodestra sta nei risultati delle Europee (“divisi si perde”, si continua a dire), ma anche in quel 57%, secondo un sondaggio di Nando Pagnoncelli, di elettori di Ncd e Udc che non vuole tornare con Berlusconi.
E ora, come direbbe Ovidio, la situazione tra il leader di Forza Italia e Alfano è questa: Nec sine te, nec tecum vivere possum (non posso stare ne’ con te ne’ senza di te).
Dunque, al momento, la strada per Ncd è l’alleanza con i compagni di viaggio delle Europee: Udc, Scelta Civica e Per l’Italia.
Prima dell’estate potrebbe esserci la creazione di gruppi comuni alla Camera e al Senato, forse con qualche nuovo ingresso.
Ma ciò che è certo è qualcosa cambierà . Il simbolo non sarà quello del 25 maggio scorso: “Somiglia allo stemma della farmacia, va rimosso”, parola del coordinatore Quagliariello.
Una modifica, forse un po’ scaramantica.
(da “Huffington Post”)
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