“RESISTENZA CONTRO NAVE DA GUERRA” CHE NON ESISTE E UN CASO ANALOGO 15 ANNI FA SI CONCLUSE CON L’ASSOLUZIONE
CONTESTATA UN’ACCUSA CHE NON STA IN PIEDI.., CODICE “INAPPLICABILE A UNA NAVE STRANIERA, NON C’E’ SCRITTO”
Alla comandante Carola Rackete, arrestata in flagranza e adesso agli arresti domiciliari, viene contestato di aver violato l’articolo 1100 del codice della navigazione: “Resistenza o violenza contro una nave da guerra”.
Così recita: “Il comandante o l’ufficiale della nave, che commette atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, è punito con la reclusione da tre a dieci anni. La pena per coloro che sono concorsi nel reato è ridotta da un terzo alla metà “.
Una contestazione che ha già aperto un dibattito.
Per Gregorio De Falco, ex comandante della Guardia Costiera e attualmente senatore del Gruppo Misto, è un’accusa che non regge: “L’arresto di Carola Rackete è stato fatto per non essersi fermata all’alt impartito da una nave da guerra, ma la nave da guerra è altra cosa, è una nave militare che mostra i segni della nave militare e che è comandata da un ufficiale di Marina, cosa che non è il personale della Guardia di finanza. Non ci sono gli estremi”.
Per De Falco, “la Sea Watch è un’ambulanza, non è tenuta a fermarsi, è un natante con a bordo un’emergenza. La nave militare avrebbe dovuto anzi scortarla a terra”.
C’è poi un’altra questione giuridica. “Si può applicare una norma del nostro codice della navigazione a una nave straniera in assenza di espressa indicazione?”, si chiede l’avvocato Giorgio Bisagna.
Il legale, impegnato sul fronte della tutela dei migranti, dice: “Quando una norma si può applicare a una nave straniera, viene espressamente detto. E in questo caso, non ci sono specificazioni in tal senso”.
Bisogna ricorda un caso di quindici anni fa. La nave Cap Anamur forzò il blocco navale imposto dal governo Berlusconi, per impedire lo sbarco a Porto Empedocle dei naufraghi salvati.
Ci furono 15 giorni di stallo in acque internazionali. Poi, il comandante e il presidente della Ong Cap Anamur furono arrestati e la nave sequestrata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
“Dopo 5 anni – dice l’avvocato Bisagna – il tribunale di Agrigento ha assolto gli imputati per aver agito in presenza di una causa di giustificazione: avevano adempiuto un dovere, quello di salvare delle persone in mare”.
(da agenzie)
Leave a Reply