RETROMARCIA DELLA MELONI SUL MES, SOLO 4 MESI DI STOP: DALLO SCONTRO IN MAGGIORANZA ESCE SCONFITTA LA LINEA DURA DI MELONI E SALVINI
PASSA LA LINEA DI GIORGETTI E FITTO
Dopo uno scontro nella maggioranza andato avanti tutta la notte, Giorgia Meloni deve cedere alla linea dei moderati del centrodestra e alle pressioni europee. La maggioranza presenta infatti una sospensiva della ratifica del Mes che prevede uno stop di quattro mesi al massimo, in attesa di completare le modifiche del patto di stabilità e dell’unione bancaria. Salta l’opzione ventilata ieri durante una riunione alla Camera dal capogruppo meloniano Tommaso Foti di un blocco di un anno, vincolato alle elezioni europee e al rinnovo della commissione.
Una sconfitta politica non solo di Foti, ma soprattutto della presidente del Consiglio e della Lega, che aveva proposto addirittura uno stop sine die e che per mesi tuonava contro il meccanismo. Passa la linea di Giancarlo Giorgetti, Raffaele Fitto e Giulio Tremonti, che con realismo avevano indicato proprio l’autunno come termine massimo per approvare il Salva stati, consentendo al Mes di entrare in vigore nel gennaio del 2024, come reclamato da Bruxelles. Nel testo firmato dai capigruppo di maggioranza c’è scritto: ‘’Alla luce delle modifiche apportate al trattato istitutivo del Mes, a seguito dei recenti cambiamenti del contesto interazionale in cui il Mes verrebbe chiamato ad operare e considerato che si è ancora in fase di attesa di quelle che potranno essere le nuove regole del Patto di Stabilità europeo, del completamento dell’Unione bancaria e dei meccanismi di salvaguardia finanziaria – questioni fondamentali per il futuro della crescita di tutti i Paesi membri dell’Unione Europea e non scindibili dal Mes – si ritiene opportuno procedere a maggiori approfondimenti del funzionamento del Mes, vista la delicatezza degli argomenti trattati’’, e si ‘’delibera ai sensi dell’articolo 40, comma 1, del Regolamento della Camera, di sospendere l’esame dell’A.C. 712 per un periodo di 4 mesi, alla luce delle modifiche’’.
(da La Repubblica)
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