RIBALTONE ALL’ULTIMO MINUTO NELLO SPOGLIO, IL PARTITO DI PUTIN IMPROVVISAMENTE DATO VINCENTE, IN RUSSIA LE ELEZIONI SONO UNA FARSA
GLI OPPOSITORI CONTESTANO LA PRESUNTA VITTORIA DI PUTIN
La vittoria del partito Russia Unita a queste ultime elezioni parlamentari era come il presidente Putin: ineludibile. Con un improvviso ribaltone arrivato all’ultimo minuto, i candidati del partito presidenziale hanno ottenuto il 50% dei voti alle urne e hanno riconfermato la super maggioranza di oltre due terzi alla Duma.
Ridotti con un colpo di spugna i dati del trionfo del Kprf, partito comunista russo, che fino a ieri sembrava aver ottenuto il doppio delle preferenze dalla tornata elettorale precedente del 2016: dopo lo sfoglio delle schede elettroniche, non supera il 19
“I risultati dei voti elettronici sono totalmente implausibili, dobbiamo decidere quali sono i prossimi passi da compiere”.
Falce, martello e millenials, soprattutto i suoi studenti. Il popolarissimo Michail Lobanov, professore di matematica dell’Mgu, università di Mosca, nemmeno 40 anni e fondatore del movimento “solidarietà studentesca”, sull’uscio della Duma c’era già, pronto ad entrare in Parlamento per combattere l’impoverimento della nazione. Dell’eguaglianza economica e sociale da raggiungere in una Russia “composta da ricchissimi e poverissimi” ne ha fatto un programma politico. Ai suoi seggi a sostenerlo ieri è arrivata perfino Masha Alekhina delle Pussy Riot.
“C’è un’enorme massa di persone, la maggioranza della popolazione russa, che non sa come arrivare a fine mese”. Si è scagliato contro oligarchi, putiniani, propagandisti e cinovniki, “tutti legati tra loro” per fare affari. Nel suo diario poco intimo degli ultimi giorni continuava a pubblicare le cifre aggiornate durante lo sfoglio: per decine di migliaia di voti vinceva contro il candidato di Russia Unita, il controverso presentatore tv Evgeny Popov. Come molti altri oppositori, Lobanov è stato dichiarato perdente all’ultimo minuto dopo la conta dei voti online.
Se i russi sono tornati a votare per il partito che fa sventolare sulla sua bandiera i simboli dell’Unione sovietica, non è per nostalgia politica o retromarcia storica. Lobanov era uno dei candidati di punta nell’elenco dei politici del “voto intelligente”, la tecnica usata da Navalny per mettere in difficoltà gli uomini di Russia Unita, ma, nonostante l’endorsment del dissidente, è stato fermato come altri quando la sua vittoria era già quasi certa.
Dissolto il movimento di Navalny, i comunisti hanno raccolto il testimone dell’opposizione. Perfino il Cremlino ha notato l’ipertrofia del bacino rosso che ha saputo collezionare tutte quelle preferenze che sarebbero andate ai candidati del blogger. “Ci hanno ascoltato, ci hanno creduto e ci hanno votato”. Lo ha detto Gennady Zyuganov, leader del partito che con una levata di accuse e di scudi, dice adesso di non riconoscere i numeri del Cremlino: la frode commessa falsificando le votazioni online è palese e l’intero movimento si rifiuta di riconoscerla. Lobanov chiede di lottare per la verità del risultato e non è una frase che resta sospesa e inascoltata, ma viene consegnata e accolta da altri candidati che hanno perso alla fine di una gara in cui sono stati in vantaggio dall’inizio. Proteste immediate, dall’opposizione, sono state promesse sui social mentre stasera la Capitale è già blindata nelle sue piazze.
(da Huffingtonpost)
Leave a Reply