RIFORME, GOVERNO BATTUTO IN COMMISSIONE, PASSA L’ODG SUL SENATO ELETTIVO
L’ESECUTIVO VOLEVA IMPORRE IL PROPRIO DDL COME TESTO BASE… MAURO VOTA CONTRO E MINEO FA MANCARE IL SUO VOTO: FINISCE 15 A 13
La maggioranza si spacca sulla riforma del Senato: sono stati infatti 15 i sì all’ordine del giorno presentato da Roberto Calderoli, che di fatto ha aperto delle crepe tra coloro che sostengono l’esecutivo.
Oltre al rappresentante del Carroccio hanno votato a favore i cinque senatori di Forza Italia, i quattro del M5S, Sel, ma anche Mario Mauro dei Popolari per l’Italia, appartenente alla maggioranza.
Il suo voto, considerando i 13 no, è stato decisivo.
Dopo la prefazione dell’Odg Calderoli, la commissione Affari Costituzionali ha perciò sospeso i lavori.
L’ordine del giorno, infatti, precluderebbe alcuni parti della proposta messa a punto dalla presidente della Commissione, Anna Finocchiaro.
Boschi a rischio?
L’ordine del giorno di Calderoli differisce da quello di Finocchiaro su un punto essenziale, vale a dire le modalità di elezione del futuro Senato.
Il testo presentato dal senatore leghista prevede che i senatori di ciascuna regione siano eletti a suffragio universale dai cittadini della stessa regione contestualmente ai Consigli regionali.
Ora ci si chiede se questo voto negativo possa avere conseguenze sulla stabilità del Governo e sulla posizione del ministro Boschi che aveva fortemente caldeggiato la riforma del Senato
Secondo quanto riportano diverse agenzie di stampa, durante l’acceso dibattito con membri della maggioranza all’interno della Commissione, il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi avrebbe addirittura ventilato l’ipotesi di sue dimissioni se il testo base approvato avesse differito da quello del governo, con conseguente possibili dimissioni del presidente del Consiglio.
Ma il ministro all’Adnkronos ha smentito immediatamente: “Non l’ho mai detto”.
Leave a Reply