ROMANZO VIMINALE
IL MINISTRO DEL PEDALO’ E IL SET ALLESTITO AL VIMINALE… MA SBAGLIA UN PAIO DI DETTAGLI
L’art director del Ministro dei Pedalò ha un gran daffare: smonta set, allestisce set, e le luci e i costumi e la scenografia. In queste ore frenetiche, d’altronde, mentre tutti si riuniscono con tutti e le contrattazioni assumono ritmi da suk, il Ministro delle Mozioni Ritirate (non si interrompe mai una Mozione…) contribuisce come può, come ha sempre fatto, come sa fare meglio: si mette in posa.
Un giorno, forse, studieremo le fasi artistiche della sua carriera come si fa con Picasso: periodo blu (nelle spiagge), periodo rosa (lo smalto sulle unghie della figlioletta) (ma non era stato lui, scandalizzato, a dire che “i bambini non si usano”?), periodo verde (una volta era la camicia, ora piuttosto il mojito). O anche periodo della ruspa (rude, diretto ai garretti del Paese), periodo del panino (conviviale, diretto alla pancia del Paese), periodo della felpa (identitario, diretto al petto del Paese), periodo del rosario (trascendente, diretto alla superstizione del Paese). Non poteva mai immaginare — nella costruzione della sua personale fiction istituzionale, una sorta di “Un posto al sole” dalle infinite puntate — che gli sarebbe toccato un periodo Viminale (romanzo Viminale): l’unico luogo in cui non lo avevamo mai visto. Lo scenario che ci ha sorpresi tutti, e ci ha fatto esclamare: “Diavolo d’un ministro dei Porti Socchiusi, guarda cosa ti escogita: si mette la camicia ed entra in ufficio! Pazzesco!”.
E così eccolo alla scrivania. Sottotesto: sono qui a lavorare per voi, io, mica sono in spiaggia come quei debosciati del Pd (glielo aveva pure detto, in aula: “Invidio un po’ di abbronzature”, che sarebbe stato come se Trump avesse invidiato l’acconciatura di Minniti).
C’è tutto. Lo sceneggiatore ha pensato proprio a tutto: l’immancabile rosario appeso al quadro, i fogli, i telefonini, lo schermo acceso (ma il mouse è in un posto davvero strano: sarà che quando si usano troppo, le cose, poi si mettono in disordine…), le foto dei bambini e l’icona della Beata Vergine Maria. Certo, a lavorare in fretta a volte si sbaglia (tipo quando al banchetto del Trono di Spade si è visto un bicchiere di carta di Starbucks, ma sui set può succedere).
E così lo scenografo si è dimenticato di girare la foto dei bambini e le icone della Madonna dalla parte giusta: è l’unica scrivania al mondo in cui sono rivolte verso chi guarda, e non verso chi a quella scrivania lavora (!).
Ma dai, il prossimo scatto verrà meglio, ne siamo certi. Magari quando si dovranno fare gli scatoloni per il trasloco. Una scena che nei film viene sempre benissimo.
(da “Huffingtonpost”)
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