ALLE 18 DI MAIO HA CHIESTO PER SE’ IL RUOLO DI VICEPREMIER E IL MINISTERO DEGLI INTERNI
RICHIESTA IRRICEVIBILE PER IL PD CHE FORSE HA CAPITO CHE IL BIBITARO VUOLE FAR SALTARE TUTTO… TUTTO COME PREVISTO: FINCHE’ IL M5S SI FARA’ RAPPRESENTARE DA UN INFAME CHE HA DEFINITO LE ONG “TAXI DEL MARE” NON CI PUO’ ESSERE DIALOGO
C’è un motivo se il faccia a faccia tra Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio è durato solo 25 minuti, un po’ pochi per un incontro andato bene.
Ed è che la trattativa si è incagliata sulle richieste esose del vicepremier dell’era gialloverde. Detta in modo brutale: il leader del Pd ha aperto anche sulla possibilità di ragionare di Conte bis, a determinate condizioni, a patto che venga sancita una “discontinuità ” di agenda e di assetto complessivo del governo.
Non una sostituzione dei ministri della Lega con quelli del Pd. Raccontano fonti degne di questo nome che è di fronte alle richieste di Di Maio che l’incontro si è sospeso.
Il capo dei Cinque stelle, come condizioni dell’accordo, ha chiesto il Viminale, mantenendo l’attuale schema di due vicepremier (uno per se stesso, l’altro per il potenziale alleato). Nè, per quanto riguarda il commissario europeo, ha dato assicurazioni che sarà del Pd.
Ecco perchè ci sarà un nuovo incontro: “Che altro vuole? — sussurrano al Nazareno — che gli puliamo anche i vetri della macchina?”.
La sensazione, nel Pd, è che Di Maio stia giocando una sua partita “per far saltare il tavolo”, perchè in fondo questo schema di accordo lo ha subito sin dall’inizio.
Mai una dichiarazione pubblica che attesti la chiusura del doppio forno con la Lega, mai quella frase “disponibili al confronto col Pd” (auspicata anche dal Colle), una gestione quasi clandestina dei rapporti e della trattativa, senza mostrare tante convinzioni: “A che gioco gioca? — si chiedono al Nazareno — Lui mette condizioni insostenibili, mentre i suoi spifferano alle agenzie che c’è il sì all’accordo”.
È per questo che è stato fissato un nuovo incontro, con la presenza di Conte.
Incontro tra “delegazioni” come recita il comunicato ufficiale. Da un lato Zingaretti e il vicesegretario Andrea Orlando. Dall’altro Di Maio e, appunto Giuseppe Conte che, a tutti gli effetti, non è figura terza, ma esponente di spicco del Movimento.
E questo è l’incontro della verità , nell’ambito di un negoziato che segna quasi un ribaltamento dei ruoli, col Pd disponibile a un accordo, sia pur a certe condizioni, e i Cinque Stelle che, finora, non hanno parlato con una sola voce, tra le dichiarazioni aperturiste dell’ex premier e le ambiguità di Di Maio, i cui canali con Salvini sono ancora aperti, almeno a sentire fonti leghiste.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply