SALVINI BERLUSCONI, L’INCONTRO NON S’HA DA FARE: VEDERSI PER DIRSI COSA?
NONOSTANTE I PONTIERI SIANO AL LAVORO, LE DISTANZE RESTANO… LA LEGA PREOCCUPATA: SE BERLUSCONI LI MOLLA SALTANO MOLTI COLLEGI
Il tentativo c’è stato. Ma è mancata la volontà . Non ufficialmente, certo. “Non si sono incrociati”, viene spiegato.
Ma non è stato certo un problema di agende se Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non si sono visti. Giancarlo Giorgetti, che in queste ore ha assunto il ruolo di gran paciere, ci ha provato.
Entrambi dovevano essere a Roma ma alla fine l’ex premier ha rinviato il suo arrivo nella Capitale per ragioni di salute e il leader padano, a chi gli chiedeva se ci fossero novità , prima di ripartire per Milano ha spiegato: “Ho altro da fare”.
Il clima tra i due è a livello di guardia.
Berlusconi fa circolare l’ipotesi di mollare la Lega e correre con i centristi. Ma a destra continuano soprattutto a subodorare aria di inciucio, pre e post elettorale, con il Pd. D’altra parte oggi Forza Italia, evitando che mancasse il numero legale, ha consentito al governo di non essere battuto in commissione Difesa sulla proroga delle missioni militari all’estero, tema peraltro caro al centrodestra.
Ma il problema adesso tra i tre “alleati” è soprattutto: vedersi per dirsi cosa?
Come sarebbe possibile eludere il tema della leadership che per Berlusconi è invece intoccabile?
Nel suo intervento di Fiuggi, il presidente azzurro ha messo i puntini sulle i. “Il centrodestra lo abbiamo creato noi e a guidarlo è sempre stata Forza Italia”.
Il segretario della Lega a Pontida andava in giro con la maglia “Salvini premier” e anche Giorgia Meloni in una recente intervista ha rivendicato il suo diritto ad ambire a quel ruolo.
E poi, c’è il nodo della legge elettorale.
La Lega e Forza Italia, al contrario di Fdi, hanno sottoscritto il patto a favore del Rosatellum bis. In caso di approvazione, bisognerebbe sedersi a uno stesso tavolo per discutere di come “spartirsi” i collegi.
Ma su quel testo c’è la grande incognita dei voti segreti e uno scetticismo generale sulle reali chance di approvazione.
E dunque — chiedono i più pragmatici — che senso avrebbe discuterne adesso?
D’altra parte i malumori verso quella proposta sono fortissimi anche in Forza Italia, per non dire dei dubbi espressi da Gianni Letta. “C’è un rischio di salvinizzazione della coalizione”, è l’allarme lanciato soprattutto dai deputati del Sud.
Berlusconi qualche dubbio ce l’ha, ma ad Arcore hanno commissionato dei sondaggi e il responso è: Rosatellum male minore.
L’ex premier continua a ribadire che Forza Italia manterrà il patto e al Senato circola anche voce di una recente telefonata tra il Cavaliere e Matteo Renzi, che però, viene smentita dai rispettivi entourage.
Ignazio La Russa tuttavia è convinto che l’incontro tra i tre del centrodestra comunque ci sarà , solo che difficilmente sarà in agenda prima del 5 novembre.
“Ora — spiega — siamo tutti impegnati per il voto siciliano, non ci sono nè il tempo nè le condizioni”. Il sottinteso è che quell’esito potrebbe riequilibrare i rapporti di forza e cambiare l’approccio.
Giancarlo Giorgetti non la pensa così. Proprio lui che per convincere anche Fdi ad appoggiare il Rosatellum bis gli ha spiegato che, alle condizioni date, è il miglior sistema per garantire che si vada in coalizione.
“Io — dichiara ad Huffington — auspico che Berlusconi e Salvini si vedano e che lo facciano al più presto. Non serve aspettare nè il voto siciliano nè la legge elettorale”. Raccontano che dalle parti della Lega si siano fatti due conti e, se effettivamente il Cav dovesse decidere di mollarli e allearsi con la “quarta gamba” centrista, i padani ne risentirebbero in termini di collegi.
Al momento, tuttavia, Berlusconi sembra più interessato a guardare alla famiglia dei Popolari europei che agli alleati alla sua destra.
Nonostante la lieve indisposizione ha confermato il pranzo con il capogruppo del Ppe, Joseph Daul anche se l’incontro si terrà ad Arcore invece che a Roma.
Il Cavaliere sente che l’aria in Europa è cambiata e che la sua presenza in campo alle prossime elezioni è vista come argine all’avanzata delle forze populiste e del M5s. D’altra parte a Fiuggi aveva incassato l’omaggio del segretario del Ppe, Antonio Lopez-Isturiz che lo aveva salutato come “prossimo presidente del Consiglio italiano”.
(da “Huffingtonpost“)
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