SALVINI ORA MOLLEREBBE SOLINAS IN SARDEGNA MA IN CAMBIO VUOLE LA BASILICATA
NEL CENTRODESTRA CONTINUA LA LOTTA PER LE POLTRONE… FORZA ITALIA NON INTENDE RINUNCIARE ALLA BASILICATA
La riunione coi parlamentari di questa mattina si è conclusa senza
dichiarazioni alla stampa, in visto del Consiglio Federale convocato per lunedì prossimo a Milano. Ma il leader della Lega, Matteo Salvini, starebbe già pensando ad una strategia più ampia per uscire dall’impasse che si è generata sul nome di Christian Solinas, governatore della Sardegna uscente e segretario del Partito sardo d’azione che la Lega ha sostenuto e continua a sostenere per una ricandidatura. Anche perché il tempo stringe: domenica prossima vanno presentati i simboli e il 25 gennaio scade il termine per la presentazione dei candidati presidenti (si vota il 25 febbraio). Già il simbolo può ovviamente fare la differenza, visto che generalmente il nome del candidato governatore è richiamato in una o più liste. Dunque, dopo aver alzato la tensione per giorni, fino a chiedere l’intervento della premier Giorgia Meloni, oggi Salvini ha fatto le prime aperture alla mediazione. Nella riunione coi suoi parlamentari ha detto di non voler «litigare» e che la coalizione deve essere unita, senza dare espliciti dettagli.
La strategia
Ma il disegno sembra essere chiaro: il segretario del Carroccio sa che l’esperienza Solinas ha avuto i suoi limiti (Solinas è anche indagato per corruzione) e che il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, meloniano, è considerato un nome forte. Tanto più che il centrosinistra potrebbe trovare l’unità attorno al nome della grillina Alessandra Todde, sostenuta anche dal Pd e per la quale continua il lavoro per convincere al passo indietro Renato Soru, inizialmente intenzionato a correre da solo. La divisione del centrodestra potrebbe avere pesanti ricadute. E’ per questo che se formalmente il sostegno a Solinas non manca e, ancora questa mattina, Edoardo Rixi (molto vicino al capo) sosteneva che «gli elettori non capirebbero il cambiamento di candidato», il piano B di Salvini è accettare il passo indietro ma riaprire tutti i tavoli delle prossime regionali: Piemonte, Basilicata e Abruzzo, visto che alla Lega, senza la Sardegna, mancherebbe il candidato. E tra le tre Regioni, il nome più facile da discutere è quello del governatore della Basilicata Vito Bardi, ex generale della Guardia di finanza e candidato nel 2019 in quota Forza Italia.
Il nome per la Basilicata
Qui, Salvini punterebbe su Pasquale Pepe, ex senatore della Lega non rieletto, attuale sindaco di Tolve, e coordinatore regionale. L’idea di ripescare Pepe è già circolata più volte e sempre smentita in particolare da Forza Italia che ha sempre confermato la fiducia a Bardi.
Visto però che Bardi, per la sua esperienza, potrebbe essere ricollocato in qualche incarico più o meno vicino al governo, il segretario del Carroccio punterebbe a insistere sulla scelta di Pepe. Più in generale, la strategia di Matteo Salvini a questo punto è di dare maggiori responsabilità e visibilità anche ad altri esponenti leghisti. Durante la riunione di questa mattina ha detto ai suoi che per le Europee chiederà ai parlamentari più in vista di candidarsi.
(da agenzie)
Leave a Reply