SALVINI SOMMERSO DAI MIGRANTI ANNUNCIA UN ALTRO DECRETO-FUFFA
BOOM DI MIGRANTI E FLOP SUI RIMPATRI: IL FALLIMENTO DEI SOVRANISTI
Risultati “significativi ma non soddisfacenti”. Da giorni MatteoPiantedosi va ripetendo questo concetto.
Ai suoi, ai colleghi del governo, a Matteo Salvini, che nella maggioranza è il suo punto di riferimento. Il titolare del Viminale legge i dati degli sbarchi, triplicati rispetto al 2022 e scuote la testa: Tunisia e Libia non stanno facendo abbastanza per bloccare le partenze. Nonostante il viavai di Antonio Tajani dai primi giorni dell’insediamento, nonostante il viaggio di Giorgia Meloni del 16 luglio scorso presentato in pompa magna come la panacea per il problema dell’immigrazione.
D’altronde anche la situazione di ieri mattina a Lampedusa era oltre l’emergenza: 4.267 ospiti, dieci volte oltre la capienza massima dell’hotspot. Lo ha dovuto ammettere anche un altro ministro, Adolfo Urso, che ieri in visita nell’isola siciliana a innescato ufficialmente la miccia: “La situazione qui è insostenibile”, provando poi a lanciare la palla in tribuna con un più ecumenico “l’Unione europea ci aiuti”. Eppure, solo mercoledì scorso il suo collega Giovanni Donzelli nascondeva la polvere sotto al tappeto: “il tanto criticato ‘blocco navale’ in accordo con la Tunisia sta funzionando: grazie al Governo Meloni abbiamo evitato che gli sbarchi fossero molti, molti di più”.
I numeri sulla scrivania di Piantedosi però sono chiari: nonostante l’andirivieni da Tunisi, nel 2023 da quelle coste sono partite ben 69.913 persone approdate in Italia, più altri 32.651 su natanti salpati dalle coste libiche. Lo scorso anno – nello stesso periodo gennaio-agosto – dalla Tunisia erano arrivati in 13.348 e dalla Libia 29.560. Un disastro cui si aggiunge il fatto che secondo il Viminale la Tunisia è riuscita a trattenere, da gennaio, appena 40 mila persone, più altre 15 mila bloccate in Libia. Insomma: il cosiddetto “blocco navale” ferma “solo” un terzo dei migranti.
E alla “situazione insostenibile” evocata da Urso ed ai risultati “non soddisfacenti” di Piantedosi, come reagisce Matteo Salvini? Con l’annuncio di un “decreto sicurezza” urgente. Ancora una volta la palla in tribuna. Il “pacchetto”, già concordato in linea generale tra Piantedosi e la premier Meloni, però non arriverà in Consiglio dei Ministri prima di settembre. E, a quanto apprende Il Fatto, contiene repliche di norme già esistenti.
Al primo punto ci sono i “rimpatri”. Il governo vorrebbe rendere più “facili e veloci” quelli dei migranti irregolari che si siano macchiati di reati o comportamenti “violenti e pericolosi”.
Peccato che il problema stia negli accordi bilaterali tra l’Italia e i Paesi di provenienza, che non li firmano o non vogliono aumentare le quote.
E nel fatto che nel 2023 i rimpatri sono stati fin qui solo 2.500, contro i circa 6.500 degli anni 2018 e 2019.
Le altre misure? Inasprimento delle sanzioni per gli oltraggi e le violenze nei confronti delle forze dell’ordine (ma le aggravanti già esistono) e un ancora poco chiaro provvedimento che riguarda baby-gang e violenza urbana. I testi pare siano ancora tutti da scrivere.
Nell’attesa, c’è da risolvere la “situazione insostenibile” di Lampedusa, dove la Prefettura di Agrigento ha disposto il trasferimento da Lampedusa di 690 persone: 550 con traghetto di linea diretto a Porto Empedocle, altri 140 migranti a Pratica di Mare (Roma) e a Pisa. Accordi difficoltosi con le altre strutture, mentre nella giornata di sabato l’isola ha registrato il record di sbarchi in 24 ore: 1.824. La soluzione? I decreti sicurezza di Salvini e Piantedosi, ovviamente.
(da il Fatto Quotidiano)
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