SALVINI VUOLE PORTARE LA MELONI A SCHIANTARSI DI NUOVO A BRUXELLES: DOPO IL CAZZIATONE DI MATTARELLA, LA DUCETTA CERCA DI EVITARE UNO NUOVO SCONTRO CON L’UE SU BALNEARI E AMBULANTI
FORZA ITALIA APRE A UNA TRATTATIVA, MA IL CAPITONE MANTIENE LA LINEA “DURA E PURA”: NIENTE COMPROMESSI – E COSÌ LA SORA GIORGIA SI TROVA A UN BIVIO: SEGUIRE IL CARROCCIO E BECCARSI UNA PROCEDURA D’INFRAZIONE O APRIRE UNA SPACCARURA NELLA MAGGIORANZA? LA COMMISSIONE AVVERTE: “ANALIZZEREMO ATTENTAMENTE IL DDL CONCORRENZA”
La Commissione europea “analizzerà attentamente” il disegno di legge sulla concorrenza adottato dall’Italia “nella prospettiva del settore degli ambulanti così come in quella delle concessioni balneari” e “porterà avanti il dialogo bilaterale su questi due temi con le autorità italiane”. Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue, ricordando in particolare che Bruxelles “sta monitorando la situazione del settore degli ambulanti in Italia e su questo tema è già stata in contatto con le autorità nazionali”.
Il governo sembra finalmente pronto ad approvare una norma che mandi a gara, con regole nuove sulla concorrenza, le concessioni balneari. Soprattutto appare ormai consapevole che senza un intervento normativo i danni possono essere molto maggiori dell’inerzia, e a farne le spese potrebbero essere, per paradosso, gli stessi titolari storici delle concessioni attuali.
Oltre all’intervento del capo dello Stato, sono due i motivi che hanno rafforzato la consapevolezza delle necessità di un intervento. Primo: già da quest’anno, quindi da quattro giorni, esiste il rischio che un sindaco o un magistrato disapplichi la normativa vigente, si appelli a quella europea, iniziando le gare e dando vita a quel far west legislativo da tanti annunciato e temuto, che finirebbe per fare danni a tutto il settore. Anzi, alcune gare sono state già bandite.
In secondo luogo si avvicina la possibilità che la Commissione europea giri la materia alla corte di Giustizia europea, che a sua volta ci condannerà a pagare una multa molto pesante, da decine di migliaia di euro al giorno secondo alcune stime, che pagherebbe il Mef, quindi di fatto tutti contribuenti. Oltre allo smacco di un’ennesima procedura di infrazione.
Ma il condizionale è d’obbligo perché nessuno al momento è in grado di fare previsioni sulle reali intenzioni del vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, che fino ad oggi non ha mai dato disco verde alla presentazione di nuove norme che siano in linea con la direttiva Bolkestein sulla concorrenza, che l’Italia non ha mai applicato.
Per questo motivo ci vorrà certamente nei prossimi giorni un test di maggioranza, una riunione o un confronto fra i tre partiti e il tentativo di arrivare quantomeno a un compromesso, sul quale del resto la stessa Commissione europea è aperta: infatti un testo che tutelerebbe (dando valore agli investimenti fatti o ad altri criteri) gli attuali titolari di concessioni è stato già discusso informalmente con gli uffici della Commissione, che sono disposti ad approvare una legge che contemperi sia il diritto alla gare che quelli maturati dai titolari storici di aziende balneari.
Se a un compromesso non si arrivasse sembra di capire che a questo punto la stessa Meloni sia disposta, nonostante la posizione di alcuni esponenti del suo stesso partito, a scaricare su Salvini la responsabilità di un ormai imminente caos amministrativo, normativo e pratico per gli stessi esercenti, che potrebbe rivelare i suoi effetti già la prossima estate.
Pronti a trattare con Bruxelles. A patto però che nessuno, nella maggioranza, si chiami fuori da una «condivisione di responsabilità». Ossia se ne lavi le mani, lasciando agli altri l’onere di salvare capra e cavoli: evitare l’onta di finire davanti alla Corte di giustizia europea e, allo stesso tempo, provare a salvaguardare balneari e ambulanti italiani. All’indomani dell’altolà del Quirinale sul ddl Concorrenza, nel centrodestra si studiano le contromosse.
Dipendesse dal titolare delle Politiche Ue, Raffaele Fitto, lo schema sarebbe quello già applicato con successo per chiedere modifiche al Pnrr: avviare subito una trattativa con Bruxelles sulla tanto famigerata quanto avversata (almeno da una parte della maggioranza) direttiva Bolkestein, che impone di rimettere a gara tutte le concessioni. […] Una soluzione, quella di cercare un «punto di equilibrio» con Bruxelles, che assicurano da Fratelli d’Italia sarebbe anche la preferita dalla premier Giorgia Meloni.
Ma la via diplomatica, per il momento, si scontra con il muro eretto dalla Lega. Che un attimo dopo il richiamo del Colle aveva già fatto sapere che, su balneari e ambulanti, non si sarebbe ceduto di un millimetro: «Non ci arrendiamo a chi, nel nome dell’Europa, ha provato a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani», il grido di battaglia del partito di Matteo Salvini.
Per il Carroccio, dunque, non si torna indietro. Anzi: c’è chi già si dice sicuro che per il numero uno leghista quella dei balneari sarà la battaglia perfetta da appendersi al bavero durante la campagna elettorale per le Europee di giugno. Salvini, insomma, non avrebbe alcuna intenzione di disinnescare tanto presto una mina che è uno storico cavallo di battaglia della Lega.
Chi invece in queste ore apre a un dialogo con l’Europa è Forza Italia. Stretta, come FdI, tra la necessità di non lasciare il Carroccio solo a difendere le istanze di balneari e commercianti su suolo pubblico e quella di conformarsi ai richiami sempre più insistenti di Bruxelles (e del Quirinale).
Gli azzurri ne sono convinti: un equilibrio andrà trovato, se non si vuol rischiare di esporre l’Italia – già sotto procedura d’infrazione – a una maxi sanzione Ue. «Come leader di FI e vicepresidente del Consiglio è intervenuto ieri Antonio Tajani ai microfoni di Rainews ritengo che si debba trovare un compromesso, che permetta di rispettare le norme e le decisioni della Giustizia europea e italiana, ma anche di tutelare le imprese balneari e gli ambulanti. Non è facile riconosce Tajani però l’obiettivo è questo, trovare una buona soluzione che ci permetta di rispettare le regole che comunque vanno rispettate». Insomma: giusto tutelare chi è titolare di concessioni, perché «la direttiva Bolkestein ha creato una serie di problemi» e «forse bisognava intervenire diversamente durante l’iter legislativo».
Una linea non troppo diversa da quella di Fitto (e della premier). Quel che è certo, nelle previsioni di chi lavora col ministro dei Rapporti Ue, è che di nuove proroghe, invocate dalla Lega e inizialmente da un pezzo degli azzurri, non si può discutere. Più che tutelare balneari e ambulanti, quella strada finirebbe infatti per danneggiare il settore. E aprirebbe un’autostrada alla procedura d’infrazione dell’Europa, per cui entro il 16 gennaio a Bruxelles ci si aspetta una risposta da Roma al parere motivato della Commissione. Il muro contro muro, insomma, non sembra destinato a dare frutti.
Ma per avviare le trattative con Bruxelles, è il ragionamento che si fa in maggioranza, serve compattezza. Da parte di tutti, ripetono dalle parti di FdI: «Nessuno escluso». Intanto, dall’opposizione, il Pd annuncia un’interrogazione parlamentare alla premier, mentre Italia viva con Raffaella Paita presenta una proposta per mettere a gara subito le concessioni. Andrea Bulleri Francesco Malfetano
(da Corriere della Sera)
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