SCARICABARILE A LIVORNO, MA UN DOCUMENTO DELLA PROTEZIONE CIVILE DA’ RAGIONE AL GOVERNATORE ROSSI
IL SINDACO NOGARIN AVEVA SCARICATO LA RESPONSABILITA’ DEGLI ALLAGAMENTI SULL’ALLERTA “SOLO ARANCIONE”
Un violento nubifragio ha colpito Livorno, devastando la città e provocando la morte di sette persone.
La politica, come spesso succede in questi casi, invece di individuare le responsabilità ha imbocca un’altra strada: quella dello scaricabarile.
Il rimpallo delle colpe tra il Comune del capoluogo toscano e l’amministrazione regionale è iniziato di prima mattina e si è protratto per tutta la giornata, coinvolgendo sindaco, assessori, presidente di Regione e protezione civile.
Ad accendere la miccia è stato il primo cittadino di Livorno, per il quale l’errore fondamentale è stato di chi ha diramato l’allerta, prevedendo si trattasse solo di un codice arancione e non rosso. Un nubifragio, ma non al massimo livello possibile.
Per Nogarin una differenza fondamentale, che ha inficiato a cascata le operazioni di messa in sicurezza della città amministrata dai Cinque Stelle.
Parole che hanno fatto andare su tutte le furie il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, anche lui a Livorno per seguire gli sviluppi del nubifragio e seduto fino a pochi minuti prima proprio allo stesso tavolo tecnico convocato per fare il punto della situazione con Nogarin e gli uomini della protezione civile.
“Una situazione del genere non era prevedibile in alcun modo. Il livello di allerta diramato dalla Protezione Civile ieri non era sicuramente quello massimo, attestandosi su un livello arancione, rosso solo per la Liguria”, ha dichiarato di prima mattina il sindaco di Livorno.
“I tecnici mi dicono che il codice arancione non è molto diverso da quello rosso, ossia che si differenzia da quest’ultimo solo per l’ampiezza del fenomeno”, ha ribattuto Rossi.
A supporto del presidente della Regione anche l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni, per la quale “il sistema di allerta era adeguato alla natura dell’evento e ha funzionato perfettamente, comunicato fin dal primissimo pomeriggio del 9 settembre ai sindaci e alle amministrazioni. Mi pare che il sindaco Nogarin stia, nei fatti, cercando di alimentare polemiche per addossare responsabilità che non ci sono”.
Anche per l’ingegnere ambientale e direttore dell’area difesa del suolo e protezione civile della Regione Toscana Giovanni Massini “la differenza sostanziale tra un codice arancione e rosso è la grandezza del fenomeno”, spiega il tecnico all’HuffPost.
“Ecco perchè si usa uno o l’altro. Ma tutti i possibili effetti che un fenomeno del genere si può portare dietro, possono essere analoghi, indipendentemente dal colore dell’allerta. L’anno scorso abbiamo organizzato delle giornate di formazione, invitando tutti i sindaci e tecnici dei territori toscani per aiutarli a predisporre tutto il necessario in situazioni di questo tipo”.
Quindi come ci si deve comportare in questi casi?
“Fondamentale in queste situazioni è la sensibilità dei sindaci. A Pisa, con la stesso tipo di allerta, l’amministrazione ha mandato sms a tutte le persone, invitandole a prendere precauzioni sul fenomeno. Il comune di Livorno non ha dato la stessa lettura”.
Sfumature cromatiche, verrebbe da dire, ma Nogarin non sembra condividere la versione della Regione e nel pomeriggio puntualizza come per lui, “pur non essendo il momento delle polemiche, arancione e rosso a casa mia sono due cose diverse. Essendo stata diramata un’allerta arancione non ho avvisato la cittadinanza”.
In mezzo alla contesa innescata dalle parole del sindaco di Livorno rimane una città in ginocchio. Domani le scuole comunali e gli asili nido saranno chiusi a scopo precauzionale, mentre la Regione ha deciso di chiedere al Governo lo stato di emergenza, sbloccando al contempo fondi per tre milioni di euro per gli interventi più urgenti.
In serata poi è Enrico Rossi a tornare sull’argomento: “la cosa più atroce dopo la morte di queste persone è il rimpallo sul tipo di allerta meteo”, dice il presidente della Regione Toscana all’HuffPost.
“Io sono andato a Livorno a fare il mio dovere, non mi interessa polemizzare, ma nel documento diramato ieri c’erano tutte le informazioni per far fronte a questo terribile nubifragio”.
Del resto, l’allerta arancione diramata ieri dalla Regione Toscana, al di là del colore in calce all’avviso, indicava esplicitamente la possibilità “di allagamenti di locali interrati e di quelli posti a pian terreno lungo vie potenzialmente interessate da deflussi idrici”.
Esattamente ciò che si è poi verificato nel seminterrato di una palazzina in via Rodocanacchi, dove la furia dell’acqua ha letteralmente spazzato via una famiglia di quattro persone, nel quartiere vicino allo stadio di Livorno.
(da “Huffingtonpost”)
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