SCHLEIN RASSICURA RICCI, CHE RUGGISCE: “IO NON C’ENTRO NIENTE” … I SOSPETTI PER I TEMPI DELL’INCHIESTA (I SONDAGGI DANNO RICCI IN VANTAGGIO) E PER QUELL’USCITA DEL MELONIANO ITALO BOCCHINO CINQUE GIORNI PRIMA DELL’AVVISO DI GARANZIA
IN 15 ANNI DI CARICHE ISTITUZIONALI MAI UN’OMBRA SU RICCI, ORA CHE SI CANDIDA A GOVERNATORE ED E’ IN TESTA NEI SONDAGGI ARRIVA L’AVVISO DI GARANZIA CON UN PRESUNTO REATO RIDICOLO: “CERCARE CONSENSI”
Prima di postare il video col quale ha dato notizia dell’avviso di garanzia, Matteo Ricci ha fatto due telefonate. La prima a Elly Schlein, la segretaria del suo partito. La seconda a Giuseppe Conte, capo del Movimento Cinquestelle: l’alleato necessario.
A entrambi ha detto più o meno la stessa cosa. Quella che poi ripeterà nella registrazione pubblicata sui social: «Sono sorpreso e amareggiato, ma sereno. Io non c’entro niente con questa storia, non mi sono mai occupato personalmente di affidamenti pubblici di lavori, mi sono sempre fidato dei miei collaboratori. E ho già chiesto alla procura di essere ascoltato, spero di farlo il prima possibile».
Dovrebbe avvenire mercoledì prossimo, fra una settimana esatta: una data spartiacque. Servirà a tutti, non soltanto a lui, per decidere se proseguire la campagna o battere in ritirata. Quest’ultima ipotesi presa subito in considerazione, anche se significherebbe cambiare cavallo in corsa, ricominciare tutto daccapo, a meno di due mesi dalle elezioni regionali. Comunque vada, una gara con handicap per il centrosinistra
«Insieme a Ricci, che si è dichiarato estraneo ai fatti, stiamo affrontando la vicenda passo passo», trapela dal Nazareno. Schlein avrebbe rassicurato il “suo” candidato, all’insegna dell’aspettiamo e vediamo.
Sebbene di tempo ne sia rimasto davvero poco.
Certo è che nelle Marche, fra i sostenitori della compagine progressista, è l’ora dei sospetti. A balzare agli occhi non è solo la tempistica: un’indagine iniziata più di un anno fa che esplode, coinvolgendo Ricci — dato testa a testa nei sondaggi con il presidente uscente di stretta fede meloniana — giusto il giorno dopo l’indizione dei comizi elettorali che hanno fissato la data del voto.
E poi quelle dichiarazioni sibilline di Italo Bocchino, il direttore editoriale del Secolo spedito dai vertici di FdI a consigliare Francesco Acquaroli nella caccia a un difficile bis. «Ha governato bene e i cittadini non cambieranno la guida», aveva affermato il prezzemolino tv venerdì scorso, presentando il suo libro sulla destra a Pesaro, nella sede della provincia: «Affidopoli è una vicenda nella quale la condanna politica è forte e sicura».
Un riferimento chiaro all’inchiesta che, cinque giorni dopo, ha colpito l’avversario.
Congetture inconfessabili, tuttavia. Mentre l’intero centrosinistra è schierato a difesa della magistratura contro la riforma del governo sulla separazione delle carriere, nessuno può permettersi di gettare ombre. Né avanzare dubbi sull’operato dei pm. Non resta che sperare in un chiarimento
veloce. Contando sul fatto che in 15 anni di amministrazione, un mandato come presidente della provincia e due da sindaco a Pesaro, Ricci non è stato mai neppure sfiorato da un’accusa penale.
Anche per questo né il Pd, né il M5S gli hanno finora chiesto di fare un passo indietro. E tutto sommato, al netto della sofferenza per quella che ritiene un’ingiustizia, anche Ricci è tranquillo: male che vada resterà a fare il parlamentare europeo. Convinto che questa inchiesta finirà in una bolla di sapone.
(da agenzie)
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