SCILIPOTI ACCLAMATO DAL SUO CONGRESSO FATTO IN CASA: “MIMMUZZO SEI IL NOSTRO SALVATORE”
IL RE DEI PEONES INFIAMMA L’ASSISE DEI “RESPONSABILI”, IL GRUPPO NATO PER SALVARE IL PREMIER… TRA DELEGATI E PAZIENTI VISITATI GRATIS VA IN SCENA LA TIPICA FARSA ALL’ITALIANA
Quando il responsabile per eccellenza arriva all’Auditorium del Massimo, Eur, Roma, scattano le ovazioni.
“Domenico”, “Mimmo”, “Mimmuzzo”.
E il Re dei Peones scende dall’auto blu, sorride a mezza bocca, stringe mani, baci e abbracci.
Poi la fanfara responsabile attacco l’inno di Mameli.
E “Mimmuzzo” allontana tutti, si avvicina ai musicisti, porta la mano al cuore e alza lo sguardo al cielo.
Quasi si commuove. “Oggi presentiamo il Movimento di Responsabilità Nazionale”, scandisce, solenne, Domenico Scilipoti.
A quasi un anno dal 14 dicembre 2010, “il giorno in cui è iniziato tutto”, il popolo dei responsabili si raccoglie intorno al suo portavoce, segretario, animatore.
E via, all’infinito. Perchè gli aggettivi e le definizioni sembrano non finire mai.
Ci sono i fan della prima ora: “Se il nuovo che avanza”.
Poi i vecchi pazienti: “Ha fatto novemila visite gratis”.
E i folgorati sulla via della Responsabilità : “Mimmo, sei il nostro salvatore”.
All’interno dell’Auditorium ci sono ospiti, delegati, decine di giornalisti. Caffè e cappuccini.
Tutti hanno sotto braccio “La Responsabilità “, la pravda del nuovo partito, l’organo ufficiale del movimento.
Nell’editoriale di presentazione, Scilipoti scrive: “diventiamo partito, proprio come quel giovanotto che passando dall’adolescenza alla pubertà avverte in se i sintomi del cambiamento”.
E l’obiettivo politico viene declinato senza uscir fuori da metafore biologiche: “dobbiamo raggiungere la scossa ormonale dei consensi”.
Ancora: “il nostro movimento sta per essere fecondato dal popolo e l’anno prossimo speriamo di ritrovarci per dare alla luce il nostro bambino”.
Una “fecondazione di massa”: perchè i pretoriani di Mimmuzzo distribuiscono, persona dopo persona, un foglietto su cui tutti, più o meno responsabili, possono – anzi, devono – annotare suggerimenti per contribuire al programma del movimento. “Scrivete cose che vanno nell’interesse dell’umanità “.
Ecumenici.
Trasformismo? La compravendita? Giammai.
“Scilipoti incarna il coraggio della rivolta”, “Il nostro onorevole ha scardinato il sistema dittatoriale vigente in Parlamento”, dicono, orgogliosi, i militanti.
Vengono da tutto il Paese, soprattutto dalle regioni del Sud. Sicilia in testa.
Ma numeri certi non ce ne sono, “sà , è difficile organizzare un congresso in fretta e furia”.
E Berlusconi? “No, Scilipoti è meglio. Perchè incarna la politica del fare, quello di cui noi abbiamo bisogno”.
E qui si aprono dibattiti: “Aspetta, Silvio è sempre Silvio. E’ lui che ha portato Scilipoti dalla nostra parte”.
E retroscena e teorie del complotto diventano l’argomento di conversazione più gettonato. “Non c’è stato nessun interesse personale: Scilipoti ha salvato il Paese. Il 14 dicembre c’erano delle voci dall’estero che ci consigliavano di non far cadere il governo”.
Tutti annuiscono, con gravità .
Poi al bar, per il secondo giro di caffè.
Interrotto dall’ingresso delle scilipotine.
Quattro modelle, vestite di blu. Qui per presentare un progetto di edilizia popolare per i pensionati.
“L’onorevole ci ha appoggiato, e ha promesso di seguire il nostro lavoro”.
Appalusi, flash dei fotografi, cenni di approvazione. “Vi aspettano numerose sorprese dal punto di vista della comunicazione”, dice il responsabile marketing dei Responsabili mentre sventola la bandiera con il simbolo del partito, un Tao con i colori della bandiera italiana.
E, come in ogni festa che si rispetti, gli imbucati: “Non so niente del programma, mi hanno chiesto di venire, accompagno un amico…”,”l’olismo? E cos’è?”.
Poi tutti si stringono intorno a Don Stanzione, parroco, padre spirituale del movimento.
“Sappiamo tutti che Domenico è un uomo originale e coraggioso. E adesso facciamo tutti una preghiera per gli angeli…”.
Scilipoti lo saluta, “Eccellenza, grazie”, e si lancia nell’apologia della famiglia tradizionale: “Come si fa a spiegare al proprio figlio che la famiglia non è composta da un uomo e una donna. Non posso dire a mio figlio che le coppie di fatto sono come la famiglia, lui non mi capisce”.
Ancora: “Chi vuole togliere il crocifisso dalle scuole è uno scimunito”.
Poi l’invito all’evangelizzazione responsabile: “Andate porta per porta. Parlate con tutti, convinceteli, scendete nelle piazze e difendete i valori, rischiate in prima persona”.
E la milizia responsabile applaude, pronta alla nuova missione.
Tutti, commossi, con le parole di Mimmuzzo nel cuore: “Il Signore mi ha dato questa croce: voglio vedere una nazione che parla un linguaggio mite, che sia plasmata dall’ecologia profonda… Proviamoci”.
Magari aiutati dai benefici effetti dell’agopuntura.
Carmine Saviano
(da “La Repubblica”)
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