SERRAJ SMENTISCE GENTILONI: “MAI CHIESTO L’INVIO DI NAVI ITALIANE IN NOSTRE ACQUE”
MENTRE IL GOVERNO ITALIANO SI PREPARAVA A GIOCARE ALLA BATTAGLIA NAVALE, LA CLAMOROSA PRECISAZIONE: “LA SOVRANITA’ DELLA LIBIA E’ UNA LINEA ROSSA”
Nessuna richiesta di navi italiane in acque libiche: il premier del governo di Accordo nazionale libico, Fayez al Serraj, ha negato di aver chiesto all’Italia di inviare mezzi nel mare della Libia per lottare contro i trafficanti di esseri umani.
Serraj, in un comunicato diffuso dai media libici, ha bollato come infondate le notizie diffuse a riguardo, che a suo giudizio mirano solo a minare l’esito dell’incontro avuto a Parigi martedì scorso con il generale Khalifa Haftar.
Serraj è stato ricevuto mercoledì scorso dal presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, che ha riferito della richiesta arrivata da Tripoli nella conferenza stampa congiunta tenuta al termine del faccia a faccia con il collega libico.
“Il presidente Serraj mi ha indirizzato alcuni giorni fa una lettera nella quale si chiede al governo italiano un sostegno tecnico attraverso unità navali nel comune contrasto al traffico di esseri umani. Un sostegno tecnico a un impegno comune da svolgersi in acque libiche con unità navali inviate dall’Italia”, ha detto Gentiloni mercoledì scorso al fianco di Serraj.
La retromarcia del leader libico tinge di giallo la vicenda, dato che era stato proprio Serraj a inviare, il 23 luglio, a Palazzo Chigi la lettera di cui ha parlato il premier italiano, nella quale chiedeva un intervento delle forze armate italiane.
E proprio in virtù della richiesta di mezzi, per martedì prossimo è stato fissato un dibattito in Parlamento e per mercoledì l’avvio delle operazioni.
Ma, nella nota diffusa ieri, il premier libico fornisce una versione del tutto diversa: “Con gli italiani abbiano concordato di continuare nel sostegno alla Marina libica attraverso addestramento e fornitura di attrezzature militari che ci consentano di condurre operazioni di soccorso verso i migranti e di contrastare i trafficanti di esseri umani, oltre alla fornitura di attrezzature elettriche di controllo per i nostri confini meridionali”. Serraj ha quindi aggiunto che “la sovranità della Libia è una linea rossa”.
(da agenzie)
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