SI INFIAMMA LA PROTESTA DEI VIGILI DEL FUOCO
“SIAMO VECCHI, SOTTOPAGATI, CON LE DIVISE LOGORE E I MEZZI DA ROTTAMARE”
Vecchi, sottopagati, con le divise logore e gli automezzi da rottamare.
Sognano la pensione, alla quale arrivano con cinque anni di ritardo rispetto alle altre forze dell’ordine, corsi di aggiornamento e visite mediche che attestino la loro idoneità a un lavoro per niente semplice.
Sono i vigili del fuoco, oggi di nuovo in piazza per chiedere la parità del trattamento retributivo e pensionistico rispetto agli altri corpi dello Stato.
«Dopo aver protestato davanti alla sede nazionale di NCD il 18 maggio scorso e davanti alla sede del PD il 25 maggio, oggi busseremo alla porta del ministro Madia – spiega Antonio Brizzi, segretario generale del Conapo – Non chiediamo privilegi, ma siamo stanchi di essere presi a pesci in faccia dalla politica, trattati come un corpo di serie B. Percepiamo ogni mese 300 euro in meno rispetto agli altri corpi, ma rischiamo la vita come e più di altri».
Non solo. Grave e decennale la carenza di uomini, circa 3000 su un totale di 30 mila in servizio, che ha portato a turni più lunghi e alla chiusura di 25 sedi di servizio ordinarie, di 7 nuclei sommozzatori e al depotenziamento del servizio antincendio nei porti.
L’età media del personale operativo ha superato i 47 anni e, evidentemente incompatibile con la prestanza fisica richiesta alle squadre di soccorritori, ha portato a un’impennata di infortuni sul lavoro.
Non è cambiato nulla, oltretutto, in termini di adeguamento del parco auto: dopo l’inchiesta de Il Tempo pubblicata a dicembre del 2014, l’età degli automezzi di soccorso è continuata ad aumentare.
«A causa dei tagli – spiegano dal Conapo – autoscale, autobotti e autopompe serbatoio sono spesso in riparazione e fuori servizio, così come quelli di nuova assegnazione, la maggior parte dei quali già fermi in officina. Gli elicotteri sono utilizzabili solo di giorno e non abilitati al volo notturno per carenza di personale e di formazione».
E poi, tornando a qualche riga più in su, non esiste un valido addestramento a causa della mancanza di fondi specifici: «Molti vigili del fuoco hanno scelto di addestrarsi gratuitamente durante il tempo libero per loro sicurezza», conferma Brizzi.
Quindi le divise: sbiadite e vecchie, cambiate negli ultimi 20 anni solo quattro volte con la conseguente assenza di ricambi.
Arrivate le nuove polo, simili a quelle della Polizia di Stato, sono però senza le mostrine e senza lo stretch per mettere i gradi.
Le attrezzature per la Difesa Civile Nbcr (soccorso a seguito eventi terroristici non convenzionali) sono in gran parte scadute e le visite periodiche di controllo sanitario vengono effettuate al risparmio.
«I vigili del fuoco italiani non vengono sottoposti nemmeno ad un ecg sotto sforzo nella loro vita lavorativa – sottolinea Brizzi – e non sono pochi i decessi a seguito di malattie cardiovascolari».
Unificazione in tutte le regioni dei servizi di elisoccorso sanitario e di elisoccorso tecnico/sanitario integrando e potenziando 118 e 115, unificazione nel ministero dell’ Interno delle direzioni centrali amministrative-contabili dei dipartimenti della pubblica sicurezza e del soccorso pubblico, lasciando inalterate autonomia e funzioni della Polizia di Stato e dei vigili del fuoco, razionalizzazione della legge quadro sugli incendi boschivi (oggi di competenza delle regioni) e incentramento sui vigili del fuoco del coordinamento delle operazioni di spegnimento, alcune delle richieste avanzate dal Sindacato.
Silvia Mancinelli
(da “il Tempo”)
Leave a Reply