“SIAMO PRONTI A VOTARE TRA UN ANNO”: BERLUSCONI FRENA I FALCHI ANTI-ALFANO
VERDINI SI RIBELLA: “QUESTO E’ TROPPO”… DAL CAVALIERE ALTRI ELOGI A RENZI
«No Silvio, questo non ce lo puoi chiedere». Quando Denis Verdini si alza e interrompe Silvio Berlusconi che sta arringando i suoi parlamentari riuniti nella sala dei gruppi di Montecitorio, deputati e senatori strabuzzano gli occhi.
Il capo ha appena raccomandato di non provocare più Alfano e gli altri “ex”, sempre più avversari, «la gente non ha capito quelli di Ncd, sono stati moralmente indegni, dunque non cogliete più spunti di dialettica con questi signori».
Anche perchè poi «un’alleanza elettorale, a cominciare dalle amministrative imminente, andrà costruita».
È a quel punto che irrompe il fedelissimo del capo. «No Silvio, non ce lo puoi chiedere. Quelli non fanno altro che attaccarci ogni giorno e soprattutto stanno tramando con Renzi per far saltare l’intesa che tu hai raggiunto pur di durare per l’intera legislatura e evitare il voto a breve».
Il fatto è che il leader lo ha lasciato sfogare, ha ringraziato «per il contributo», ma poi ha proseguito nel suo ragionamento.
Si è detto perfino pentito di aver definito Alfano e gli altri «utili idioti».
Dice: «Avevo fatto solo riferimento a un cartello che avevo visto in platea a Cagliari e poi è una citazione storica di Lenin».
La linea morbida tuttavia non piace a tutti, nei confronti del Ncd ma soprattutto nei confronti di Renzi.
Ci sono big del partito come Raffaele Fitto (pur presente ieri) che da 15 giorni hanno preferito eclissarsi «per amor di patria» piuttosto che dire come la pensano.
All’assemblea di Montecitorio tante assenze: non si contano più di cento parlamentari sui 160 dei due gruppi. Spiccano quelle di Sandro Bondi e della moglie Manuela Repetti, impegnati al Senato.
Aria mesta, scarso entusiasmo in vista di questa nuova traversata nel deserto, per di più con la zavorra dell’opposizione «responsabile », racconta uscendo più di un deputato.
Del resto, il Cavaliere non perde occasione di tessere ancora una volta le lodi di Matteo Renzi, pur con piccoli appunti.
Lo giudica un interlocutore «bravo, di cui ci si può fidare, una opportunità per il bipolarismo e per le riforme: non è certo un personaggio da scuola comunista», è la sua conclusione.
E poi «è furbo: non vuole Alfano al governo, ha capito già tutto». Detto questo, dopo l’approvazione della legge elettorale si può tornare al voto: «Per me, l’ipotesi più attendibile è che si vada a votare tra un anno o poco più».
Anche se poi, uscendo dalla saletta di Montecitorio, corregge il tiro davanti alle telecamere: «Mai fatta alcuna previsione, ho solo detto di stare pronti ».
Lui non si preoccupa più di tanto. Primo, perchè «chi è all’opposizione in tempi di crisi poi vince, come dimostra purtroppo il caso Sardegna».
Secondo, perchè «il 67 per cento degli italiani approva la nostra linea», quella della responsabilità , «premiata dai sondaggi».
Vacilla in platea solo Renato Brunetta, unico a sostenere che il governo Renzi potrebbe cadere già alla prima settimana, quando sarà messa ai voti con scrutinio segreto la legge elettorale.
L’ex premier conferma che loro staranno all’opposizione, ma sarà «responsabile».
Nei confronti di Renzi del resto continua a tenere un atteggiamento quasi paterno.
All’assemblea dei parlamentari sottolinea che il premier ha commesso un solo errore: «Non doveva stare lì ad ascoltare Grillo, è stata una trappola, è venuto lì solo per provocarlo, io non l’avrei mai permesso, Matteo avrebbe dovuto mandarlo via prima»
Poi invita alla mobilitazione nel territorio e dunque all’arruolamento nei club “Forza Silvio”. Annuncia che hanno toccato quota 8000 «ma dovranno toccare 12 mila, uno per ogni Comune» (anche se i Comuni sarebbero già 8 mila, in Italia).
Da oggi pomeriggio, auto in circolazione in tutta Italia per l’operazione “Missione Azzurra — Forza Silvio”.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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