“SIAMO RIDOTTI MALE SE DOBBIAMO SCEGLIERE TRA RENZI, DI MAIO E BERLUSCONI”: INTERVISTA A BARBARA ALBERTI
“RIMPIANGO I PANNELLA E I BERLINGUER, LORO NON ERANO OMETTI FIERI DELLA LORO IGNORANZA”
“Come si fa a scegliere fra Renzi, Di Maio e Berlusconi?”. Esordisce così Barbara Alberti, quando le chiedo dei leader italiani di oggi.
“È come se mi domandassi se preferisci spararti o buttarti dalla finestra. Se preferisci la Volpe o il Gatto” continua, con una voce netta, che tradisce un lontano accento umbro. “Io non scelgo nessuno. Io voglio vivere. Voglio Pannella, voglio Berlinguer, non degli ometti dannosi, fieri della loro ignoranza e votati al particulare”.
Inizia così — senza mezze misure e compromessi – l’intervista con una donna che nel corso della sua vita è stata, ed è tuttora, scrittrice, sceneggiatrice, drammaturga, giornalista, conduttrice radiotelevisiva e opinionista.
Magrissima, con degli occhi che sono spilli, Alberti ha un viso sottile e dei grandi orecchini dalle pietre violette. Quando la incontro, le sorrido: “Ha dei capelli bellissimi” mormoro, riferendomi alla treccia grigia che pare una corona e le incornicia il volto. Lei mi fulmina con lo sguardo: “Sono finti”.
Dunque i politici di oggi sono tutti bocciati.
Se mi citassi qualche galantuomo che ha una visione allora potrei rispondere. In quelli che hanno in mano la cosa pubblica mi stupisce la pochezza delle loro ambizioni, immaginare solo il proprio tornaconto, quando il gioco potrebbe essere così emozionante, guidare le sorti dell’Italia, potenziarne le possibilità , che avventura sarebbe, invece di quelle vitucce miserabili e corrotte. Dovranno morire anche loro, e l’unico modo perchè dispiaccia meno è aver fatto qualcosa di bello.
Andiamo in ordine: Berlusconi?
Berlusconi ha governato l’Italia con tristi risultati anche culturali, legittimando e scatenando il peggio degli italiani, volgarità e furberia.
I Cinque Stelle?
Ci avevo sperato, e tanti con me. Si ha nostalgia della purezza. Vivo a Roma, ho votato Raggi. Che non fosse un’aquila si capiva, ma pensavo avesse intorno una schiera di ragazzi pieni di slancio che la aiutassero, li confondevo con i radicali dei tempi eroici, inutile dirti come la città sia sprofondata.
Com’è Roma oggi?
La popolazione è esasperata, aggressiva, più incivile che mai. Come nell’esperimento di Laborit, i topi si azzannano fra loro. Cominciamo a somigliare a chi ci governa.
Come sta messa la sinistra italiana?
Come siamo messi noi, con una sinistra che usurpa il nome. Le battaglie della sinistra erano a favore degli oppressi. Questa sinistra è a favore degli oppressori.
“La cosa ripugnante è che lui dica di essere di sinistra. Almeno Berlusconi non vuole essere di sinistra, è un vecchio pescecane e sappiamo chi è. Ma l’idea che Renzi pretenda di essere di sinistra è qualcosa di disgustoso. Io sogno che Gramsci esca da qualche foto e gli dia delle bastonate”. Parole sue rispetto a Renzi.
Parole che confermo.
Se i politici sono tutti bocciati, chi le viene in mente fuori dalla politica?
Travaglio, Enzo Bianchi, Luisa Muraro.
Lei è stata iscritta al partito radicale. Si iscriverebbe adesso?
Subito. È l’unico che potrei votare senza vergogna.
Lei non è andata dal medico per quarant’anni. E poi quando è andata a farsi visitare ha scoperto di essere malata. Perchè non ha fatto la chemioterapia?
Mi curo dal dott. Giovanni Barco, a Pisa, e i risultati sono sorprendenti. La sua cura è basata sull’ossigeno poliatomico. Lui è uno scienziato conosciuto nel mondo. Il governo cinese ha creato 200 centri di cura col suo metodo e i suoi macchinari.
A chi dice che l’omeopatia è inutile cosa risponde?
Niente. Non devo convertire nessuno. A me l’omeopatia ha sempre risolto molti problemi. Ma in questa disputa teologica fra diverse medicine sono politeista, ho anche medici allopatici. Ma il dott. Barco non è un omeopata, nasce biochimico, ed è un rivoluzionario medico tradizionale.
Il caso Weinstein, o Kevin Spacey, hanno mostrato storie di abusi. Ma anche qualcosa di altrettanto inquietante: l’ipocrisia. Tutti sapevano, tutti fingevano di non sapere. Lei conosce il mondo dello spettacolo da svariate decine di anni. Cosa ammanta adesso l’ipocrisia nel nostro Paese?
L’ipocrisia più brutta è quella degli indignati. Scandalizzati delle molestie, come se la donna fosse universalmente rispettata. Le molestie sono una delle tante facce della sudditanza femminile
Ovvero?
Se viene un marziano, davanti a questa dichiarazione collettiva di sdegno, dice: “accidenti come le rispettano le donne qui, guai a chi le tocca!”. Poi scopre che ne ammazzano una ogni due giorni nell’indifferenza generale, e che le pene per gli assassini sono a volte minori di quando vigeva il delitto d’onore. Scopre che le donne sono pagate meno, ma che reggono l’economia di un paese coprendo mille ruoli.
Il caso Brizzi ha rilanciato la gogna mediatica. Tornano in mente le parole di Larry Gelbart: “La televisione è un’arma di distrazione di massa”.
I pubblici processi sono già sentenze. Un’arma terribile. Lo spettacolo soppianta la legalità .
Ha definito le pene per chi stupra ridicole. Quale sarebbe secondo lei una pena equa per chi commette un femminicidio?
Bisognerebbe riconoscere lo stato di emergenza. È il tipo di delitto più frequente. Se fossimo noi ad ammazzare duecento maschi all’anno, fioccherebbero gli ergastoli. Uccidere è un atto titanico, un esorcismo dell’assassino verso la propria morte. È l’atto primario di chi rinnega il patto sociale. Il delitto è un atto estremo, e va onorato con una pena adeguata. Ho orrore della pena di morte quanto dell’indulgenza verso l’assassino. C’è dietro lo stesso disprezzo verso la vita umana, la stessa sorda immoralità .
La donna è ancora oggi il sesso debole?
No, la donna è un sesso fortissimo e oppresso. Ma più che mai capace di essere pienamente, di avere pietà , e la facoltà del sogno. Le donne ridono. È una ricchezza incalcolabile.
Che cosa è essere femministe oggi?
Essere femministe vuol dire essere tante altre cose. Vuol dire avere il senso della giustizia, e quello non puoi averlo solo verso le donne. E poi non ci possono rispettare solo se ci toccano il culo. C’è dell’altro.
(da “Huffingtonpost”)
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