SICUREZZA SUL LAVORO: PENE PIU’ LIEVI PER CHI SGARRA
SACCONI PARLA DI TESTO APERTO A MODIFICHE, CRITICI I SINDACATI, FAVOREVOLE CONFINDUSTRIA… MENO VINCOLI BUROCRATICI PER LE IMPRESE, MA ANCHE RIDOTTE LE SANZIONI AMMINISTRATIVE… QUELLE PENALI RESTANO SOLO PER CASI GRAVI… UN ERRORE DARE UN SEGNALE DI QUESTO TIPO
Sanzioni penali previste soltanto per inadempienze gravi e arresto del datore di lavoro solo se sottovaluta il rischio nelle aziende altamente pericolose.
Il governo ha deciso di riscrivere le norme sulla sicurezza nei posti di lavoro che furono varate a maggio scorso dal governo Prodi, alcuni mesi dopo la tragedia alla Thyssen di Torino, in risposta alle sollecitazioni del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano.
Il Consiglio dei Ministri ha varato uno schema di decreto legislativo che prenderà il posto del Testo unico firmato dal governo precedente.
Ora il provvedimento sarà sottoposto al vaglio delle Regioni, competenti in materia, e verrà discusso in Parlamento e con le parti sociali, prima del via libera definitivo.
A Sacconi non è mai piaciuto il Testo unico in vigore, perchè disseminato di troppi vincoli burocratici per le imprese: non a caso i decreti attuativi e le norme accessorie sono sempre rimaste ferme al palo dopo il cambio di governo.
Votate a Camere sciolte, le norme precedenti sconterebbero, secondo Sacconi, una redazione frettolosa e numerosi errori.
Da qui l’esigenza di porre nuovamente mano alla materia con un “testo aperto” che finora ha trovato solo il consenso di Confindustria e delle associazioni dei datori di lavoro, dalla Cna alla Confcooperative, il che non depone molto a favore dell’equità della nuova impostazione.
I sindacati sono critici e vedono un’attenuazione delle sanzioni e una diminuzione degli obblighi dei datori del lavoro.
Tesi respinta da Sacconi che parla di “decreto coerente con i criteri e i principi della legge delega del governo Prodi, con alcune correzioni”.
Secondo i sindacati invece sarebbero state ridotte del 50% le sanzioni per le imprese inadempienti e ridotta la possibilità di azione e di intervento dei lavoratori per la sicurezza. Si ridurrebbero inoltre gli obblighi per le aziende sul fronte della sorveglianza sanitaria.
Secondo Sacconi le novità irrobustirebbero la protezione in quanto la semplificazione concorre alla sicurezza.
Dall’altro lato però Sacconi ammette che le sanzioni penale restano solo per le violazioni più gravi, mentre per quelle formali la sanzione sarà di tipo amministrativo.
Quanto alle multe, saranno aumentate ma solo rispetto alla vecchia legge 626 del 1994, calcolando l’inflazione e quindi saranno meno pesanti di quelle introdotte nel 2008.
Secondo Sacconi non è vero che più c’è sanzione e più c’è sicurezza.
In base a questo principio però dovrebbero essere giudicate inutili la quasi totalità delle nuove norme in materia di sicurezza che sono caratterizzate da un inasprimento delle pene.
Non si comprende perchè proprio nel campo della sicurezza sul lavoro si debba dare un segnale contrario all’impostazione fino ad oggi seguita, mostrando non solo il fianco alle critiche della sinistra, ma soprattutto dando l’impressione al popolo italiano che per il centrodestra la salute del lavoratore sia una cosa secondaria o un optional.
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