SIRIGNANO, BABY GANG ACCERCHIA E PICCHIA UN COETANEO, POI LO COSTRINGONO AL BACIAMANO. MA PER IL SINDACO SONO SOLO “COSE DA RAGAZZI”
INVECE DI CONDANNARE LA TEPPAGLIA CHE HA PURE GIRATO UN VIDEO PER VANTARSI DELL’IMPRESA DA VIGLIACCHI, IL PRIMO CITTADINO LI DIFENDE PERCHE’ “SONO DI BUONA FAMIGLIA”
Lo accerchiano, lo aggrediscono, lo minacciano, e poi lo costringono a baciar loro le mani: è questo il siparietto, a metà tra l’inquietante e il patetico tentativo di scimmiottare i rituali criminali degli adulti, messo in atto da un branco di bulli a Sirignano, un piccolo paese tra l’Avellinese e il Napoletano.
I ragazzini, tutti tra i 12 e i 13 anni, dopo aver attaccato la vittima mettendola al muro e riempendola di schiaffi e pugni, hanno deciso che valesse la pena immortalare l’impresa. Hanno così girato un video di tre minuti e mezzo che, diffuso anche dal parlamentare napoletano di Avs Francesco Emilio Borrelli, sta facendo non poco discutere.
La difesa del sindaco
Ma se sono in molti a condannare, nei commenti, la vigliacca impresa, la gang di aspiranti malavitosi ha anche chi spezza una lancia a loro favore. E non una persona qualsiasi, bensì il sindaco del paese, Antonio Colucci: «Non è successo niente di che, cose di ragazzi, hanno litigato e fatto un filmino», ha commentato a La Stampa. Ma il video l’ha visto? No. «Non l’ho visto, mi ha informato il vigile. Mi ha detto che i ragazzi stavano giocando e poi hanno litigato, tutto qua. Cose di bambini», ha proseguito Colucci.
Il commento di Borrelli
Bambini che dopo il pestaggio intimavano: «Se lo dici a tua madre ti appendiamo come Cristo in croce». Colucci ha minimizzato appellandosi a due argomentazioni: i ragazzini sono di buona famiglia, e vanno in classe insieme. «Li conosco, hanno 12-13 anni, sono tutti figli di brave persone. La violenza? Eh, ma i ragazzi ogni tanto fanno qualche “male servizio”, si sa, ma non sono bulli, macché. È stato un piccolo litigio. Vanno a scuola insieme, fanno le medie», ha spiegato. Di diverso avviso Borrelli, che in una nota ha sottolineato l’urgenza di «contrastare il bullismo e il cyberbullismo, fenomeni in crescente espansione che hanno già causato gravi danni in passato».
Il fenomeno
E ancora: «Bisogna identificare i bulli e sanzionarli come meritano insieme alle loro famiglie che, auspico, non si sottraggano alle loro gravi responsabilità». D’altronde il bullismo e il cyberbullismo sembrano ancora troppo difficili da estirpare. Secondo il dossier dell’Osservatorio Indifesa, realizzato qualche mese fa da Terre des Hommes in collaborazione con la polizia postale e OneDay group, in occasione del Safer internet day, il 65% dei giovani intervistati (tra i 14 e i 26 anni) ha dichiarato di aver subito una qualche forma di violenza. Tra loro, il 63% ha subito atti di bullismo e il 19% di cyberbullismo.
(da agenzie)
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