SLOVACCHIA, IL LEADER DEL PARTITO RAZZISTA CONDANNATO A 4 ANNI DI CARCERE
MARIAN KOTLEBA RICONOSCIUTO COLPEVOLE DI PROPAGANDA NAZISTA E ATTACCHI VIOLENTI AI CAMPI ROM
Duro colpo all’estrema destra neonazista e suprematista in Slovacchia: il potente leader del partito nostalgico, Marian Kotleba, è stato condannato a quattro anni di reclusione per propaganda e aiuto a gruppi paramilitari neonazisti dal tribunale della città di Banska Bystrica. Kotleba, 43 anni, ha annunciato che sporgerà ricorso.
Motivo della condanna, annunciata dalla giudice Ruzena Sabova, sono una serie di assegni donati da Kotleba nel 2017 a famiglie bisognose in occasione di un evento per ricordare la Slovacchia fascista degli anni della Seconda guerra mondiale: gli assegni avevano il valore di 1.488 euro. Un numero composto da due cifre – 14 e 88, che hanno molta importanza nella simbologia nazista – e che secondo l’accusa e i giudici aveva il valore di implicita propaganda nazista.
Kotleba non solo è contrario all’appartenenza della Slovacchia e all’Unione europea e alla Nato, ma sostiene anche la necessità di rifondare lo stato di ispirazione nazista che Monsignor Tiso guidò appunto per conto della Germania nazista occupante.
Kotleba, uso a discorsi di odio contro migranti, rom e contro gli avversari politici – inclusa la presidente Zuzana Caputova, espressione della società civile e simbolo della lotta alla corruzione – è considerato un estremista particolarmente pericoloso nell’Unione Europea.
Il suo partito Lsns (la nostra Slovacchia), ritenuto responsabile di diversi atti violenti contro villaggi rom, ha ottenuto alle ultime elezioni parlamentari l’8 per cento dei voti, risultato che ne fa la quarta forza politica del Paese e la seconda forza d’opposizione dopo i socialisti-sovranisti (Smer) dell’ex premier Robert Fico, costretto alle dimissioni sull’onda della protesta per l’assassinio del giornalista investigativo Jà¡n Kuciak e della sua compagna Martina Kusnirovà¡, nel 2018.
(da agenzie)
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