SOFIA, IL SOGNO DI UNA BAMBINA DI SEI ANNI SI E’ AVVERATO
LA STORIA DI SOFIA GOGGIA CI INSEGNA A NON MOLLARE MAI
La sognava sin da quando aveva 6 anni, quella medaglia d’oro.
Mentre scendeva sulla neve di Foppolo, Sofia Goggia già si vedeva lì in alto, tra le grandi dello sci mondiale.
Un po’ di ambizione che non guasta mai, che finalmente ha permesso alla bergamasca di vincere l’oro nella discesa libera femminile, la prima atleta italiana in assoluto a riuscire nell’impresa.
“Non ho ancora realizzato, ero così concentrata sulla gara che non trovo neanche le parole”, ha commentato Sofia Goggia: “La vittoria la dedico a me stessa, al mio bel paese e alle persone che vogliono bene a Sofia, indipendentemente dal fatto che vinca alle Olimpiadi”.
“Grazie a chi ha creduto a una bambina che a 6 anni sognava di vincere le Olimpiadi sulle nevi di Foppolo – ha aggiunto la bergamasca ai microfoni di Eurosport.
“A questa Olimpiade non ho sentito pressione, ero molto concentrata sulle cose che dovevo fare, soprattutto oggi. Io sono una pasticciona, ma ho cercato di essere una samurai”.
Alla sua prima partecipazione ai Giochi, Sofia Goggia ha gareggiato con il pettorale numero cinque: discesa fenomenale e ottimo tempo: 1’39″22.
Nessuna delle altre atlete è riuscita ad avvicinarsi al suo tempo, nemmeno la leggendaria Lindsey Vonn.
La statunitense chiude terza sul podio, vincendo, molto probabilmente, l’ultima medaglia della sua carriera. Al secondo posto, invece, il pettorale numero 19, la norvegese Ragnhild Mowinckel, che nel gigante aveva già vinto l’argento, a soli 9 centesimi dalla Goggia.
Nonostante la vittoria, Goggia è ben consapevole dei suoi limiti e delle sue “goggiate”: “Normalmente sono una pasticciona caotica, quindi ho cercato di costruirmi questa gara in modo diverso. Sono molto contenta di quello che ho assemblato. È stata per certi versi la discesa della maturità . A volte mi avete visto rischiare tanto, altre volte un pochino meno. Però la solidità che ho espresso oggi con l’intelligenza agonistica da usare in qualche punto, dove non bisognava tirare, ma scalare qualche marcia dopo, sono riuscito a farlo bene”.
Una vittoria che parte dalla gara non perfetta nel SuperG, che aveva lasciato Sofia con l’amaro in bocca, ma al contempo tanta speranza e grinta per la discesa, come ha poi scritto su Facebook: “Poche volte quest’anno sono stata così autentica nella mia sciata. Trovare questo, alle Olimpiadi, mi riempie di gioia. Ma contano solo le medaglie. E in discesa io scaglierò il mio cuore oltre il traguardo. E andrò a riprenderlo! E non è andata come avrei voluto, ma in fondo cosa voglio davvero? Qui alle Olimpiadi tutto ciò che conta è la medaglia. È palese che io sia qui per questo. E come la si ottiene? Sono uscita da quel cancelletto sorridendo. Alla terza curva mi sono detta di lasciarmi andare, di divertirmi, di sciare senza paura, perchè motivi per avere paura non ne avevo; non ne ho”.
“E poi ho sbagliato. Una spigolatina che mi è costata cara, carissima. E poi ho ripreso, anche se avevo avvertito di aver perso tanto; non sai mai quello che può succedere. In fondo, lottare, è una delle cose che meglio mi vengono e che da sempre faccio. Ci ho provato sul serio, dannazione. Ho dato e messo tutta me stessa, su questa pista, su quel tracciato oggi. La miglior Sofia che la giornata potesse richiedere. Ma non è stato abbastanza. Perchè non ho ottenuto ciò che conta qui; la medaglia. E domani il sole sorgerà di nuovo. Lo guarderò, metterò i miei sci in spalla e con un sorriso andrò ad affrontare la prova di discesa; libera”.
​​​​​”Sono ripartita fondamentalmente da quelle sensazioni bellissime che mi aveva lasciato la gara del SuperG, da quella autenticità della sciata che raramente avevo trovato in questa stagione e che era da anni che non sentivo con tanta intensità . Ho costruito questa vittoria anche in una prova come quella di ieri, la terza, dove ero totalmente annoiata e sono scesa tanto per scendere. Quindi? Bene. Io comunque non ho ancora capito di aver vinto le Olimpiadi”.
Sofia ha dedicato un pensiero all’amica-rivale Vonn: “È incredibile. L’anno scorso, quando vinsi qui la mia prima gara di Coppa, la battei e mi sentii onorata di gareggiare con lei, la più grande sciatrice di tutti i tempi. È un grande onore per me competere con lei e combattere con lei, anche per la Coppa del Mondo. Ricordo che la guardavo in televisione, durante i miei infortuni di qualche anno fa. Allora sognavo di poter competere al top. Credo che devo ancora realizzare di aver vinto l’oro olimpico. Sento che sto per eruttare”.
La vittoria della “befanona” di Foppolo consegna nelle mani della delegazione italiana la terza medaglia d’oro di queste Olimpiadi invernali, dopo quella di Arianna Fontana nello short track e Michela Moioli nello snowboard, andando così a completare un trittico tutto femminile. Al momento le medaglie totali sono 9, a un passo dall’obiettivo a doppia cifra: tre medaglie d’oro, due d’argento e quattro di bronzo.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply