SONDAGGIO IPR: CRESCE LA FIDUCIA IN MONTI
CALO DEL GOVERNO NEL SUO COMPLESSO, MA LA FIDUCIA AL PREMIER PASSA DAL 57% AL 59%…. TRA I MINISTRI SPICCANO CANCELLIERI, RICCARDI E PASSERA
Il passaggio prima del decreto fiscale e poi delle liberalizzazioni, quindi la strada in salita, ancora da percorrere fino in fondo, della traduzione in leggi della manovra hanno fatto oscillare ma non indebolito il governo agli occhi degli italiani.
Anzi, in particolare per la figura del premier la fiducia è persino aumentata alla fine di questo mese di febbraio.
E’ calata quella nella compagine governativa ma rimanendo comunque a livelli altissimi.
Sono questi i segnali più evidenti che giungono dalla rilevazione mensile di Ipr Marketing. Rispetto al monitoraggio di febbraio 2012, infatti, la rilevazione evidenzia che la fiducia in Monti è in aumento di ben due punti.
Arriva così al 59%, tornando a sfiorare la invidiabile “quota sessanta” che il premier raggiunse e superò tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio nel momento più alto della sua popolarità . Seguì il primo impatto con la manovra e la conseguente, netta discesa di consensi durante il mese di dicembre, fino al 52% – alto, ma di dieci punti in meno del precedente – dell’inizio del mese scorso.
Poi, però, passato l’impatto immediato dell’annuncio della manovra, la fiducia è tornata a salire di ben 5 punti (al 57% di fine gennaio).
Specularmente era calata al 34% la percentuale dei poco convinti delle mosse del premier, e continua a calare – in questo rilevamento di febbraio – fino al 33%.
Critiche e dubbi, dunque, sembrano concentrarsi più sulla compagine dei ministri che sulla figura del premier. la fiducia complessiva nel governo scende di due punti fino al 53%.
Un livello – fanno notare i ricercatori – decisamente molto alto, ma va pur sempre notato che il governo non ha invece beneficiato del “ritorno di fiducia” a manovra conclusa.
Infine i singoli ministri.
La percezione dei ricercatori è che per la maggior parte di loro si continuino a registrare livelli di conoscenza da parte dei cittadini molto bassi.
Tra loro la vera eccezione sembra essere il ministro della Cooperazione internazionale Andrea Riccardi che mantiene il secondo posto (crescendo nei consensi) anche a fronte di una visibilità mediatica decisamente ridotta rispetto a molti suoi colleghi.
In cima alla classifica di febbraio c’è il Ministro dell’Interno Cancellieri, la cui popolarità sembra essere stata addirittura rafforzata dai dati sui suoi redditi, ma anche sul livello di tasse pagate.
Al terzo posto Passera che precede Severino e Giarda.
I dati, però, sono chiari.
Dal giorno dell’affidamento dell’incarico (era il 16/11/ 2011) a oggi la fiducia in Monti è salita di 2 punti percentuali.
In calo, certo, rispetto a quell’inizio di dicembre scorso in cui fece segnare un 62% restato picco mai più raggiunto.
Ma era prima della manovra e questo può bastare a spiegare il calo, di 10 punti, registrato il 7 gennaio di quest’anno.
Altro aspetto significativo sono le ricadute sui partiti che sostengono il governo.
Tenuto in piedi da una maggioranza “anomala”, Terzo Polo, Pdl e Pd, l’ex commissario della commissione europea, non si nasconde le difficoltà legate alla tenuta delle formazioni politiche schierate al suo fianco.
Se si esclude il Terzo polo, imbarazzi e tensioni sono visibili in parte nel Pd ma soprattutto nel Pdl.
E proprio dal partito del Cavaliere si sono levate voci che chiedono di staccare la spina all’esecutivo e andare al voto.
Non a caso, scorrendo la tabella, solo il 30% degli elettori del Pdl dicono di avere fiducia in Monti. Una percentuale di poco superiore al 28% del carroccio.
Con una differenza significativa: la lega è all’opposizione, il Pdl sostiene il governo.
Ben più convinto il sostegno di Terzo Polo e Pd.
L’85% degli elettori dei centristi dichiara di avere fiducia nel premier, così come il 78% dei sostenitori democratici.
L’Idv, invece, resta nel guado. Nonostante Di Pietro abbia negato il sostegno al governo, il 60% degli elettori dell’Idv dichiarano di avere fiducia in questo esecutivo.
E anche tra chi si dice indeciso nella preferenza elettorale, la percentuale di chi dice di appreazzare la compagine governativa è alta: ben il 53%.
Angelo Melone
(da “La Repubblica“)
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