SONDAGGIO TECNÉ: CAMUSSO BATTE RENZI 51% A 39%
PER IL 51% IL LAVORO DEVE ESSERE A TEMPO INDETERMINATO… PER IL 64% IL JOBS ACT NON FARA’ CRESCERE L’OCCUPAZIONE
Se Matteo Renzi imperversa in tv, la Cgil oltre alla vecchia piazza, si affida ai sondaggi.
Quello commissionato dal sindacato di Corso Italia alla Tecnè conforta ampiamente il gruppo dirigente attorno a Susanna Camusso.
E conforta sul risultato della manifestazione di sabato prossimo: almeno un milione di italiani, infatti, secondo l’istituto romano, sarebbero pronti a scendere in piazza.
Stando al sondaggio, Camusso batte Renzi 51 a 39 e per il momento è bene non chiedere di più.
Il sondaggio si è basato sia su un campione di iscritti alla Cgil sia su uno rappresentativo dell’intera popolazione maggiorenne.
Il dato più importante è relativo ai contratti a tempo indeterminato.
Per il 51% degli interpellati, infatti, “i rapporti di lavoro devono continuare a essere a tempo indeterminato e la flessibilità deve essere limitata nel tempo”.
Il 39%, invece, sostiene l’idea che l’occupazione si orienti “su forme di lavoro flessibili lungo tutto la vita lavorativa”.
Non è una percentuale da trascurare, quasi analoga al consenso elettorale di Matteo Renzi e quindi importante.
Più netta la risposta alla domanda se la legge delega sul lavoro, il Jobs Act, sia destinato o meno a far crescere o meno l’occupazione: il 64% dice di “no” e solo il 29% pensa di “sì”.
Forte di questi dati, per quanto virtuali, Susanna Camusso lancia quindi la propria scommessa e la sfida al progetto di Renzi.
“Il lavoro” dice il segretario generale, “è il problema centrale e non si affronta con slogan”.
La Cgil ha idee e proposte da mettere in campo mentre — fa capire — quelli del governo sono spesso solo annunci: “Gli 800 mila posti annunciati dal ministro Padoan? Vorremmo capire di quali posti si tratta. Se, ad esempio, sono già conteggiati quelli che comunque sarebbero stati attivati”.
La manifestazione verificherà anche la salute interna, i rapporti del gruppo dirigente, l’immagine pubblica.
Perchè, in ogni caso, il sindacato vive una stagione difficile. Lo si coglie nella stessa rilevazione presentata ieri.
Alla domanda relativa al giudizio sulla Cgil, il campione si divide quasi a metà : il 47% lo ritiene “positivo” mentre è “negativo” per il 45%.
Trattandosi di un sondaggio del sindacato si tratta di un’ammissione importante. Nello scontro con il leader del Pd, il sindacato sconta uno scarto generazionale su cui Renzi gioca molto e che sembra del tutto sottovalutato nelle stanze di corso Italia.
Esiste anche un problema di rapporti interni. Nelle stanze del sindacato si parla di un “triumvirato di fatto” alla guida della Cgil.
Dopo lo spostamento della linea sindacale dall’asse con Cisl e Uil a quello con la Fiom, Camusso deve concordare le mosse con il segretario dei metalmeccanici, Maurizio Landini, e con quello dei pensionati, Carla Cantone.
E in questo silenzioso riassetto degli equilibri interni si assiste anche alla crescita di peso di regioni strategiche come l’Emilia Romagna, protagonista della grande manifestazione di Bologna di giovedì scorso.
Micro-movimenti che non hanno impatto pubblico ma che pesano nelle scelte.
Il governo Renzi ha “costretto” la Cgil a una posizione di opposizione “dura” dopo gli anni passati a ricucire i rapporti con Cisl e Uil.
Questa è una novità importante che non sarà risolta in breve tempo perchè il governo Renzi ha tutto l’interesse a mantenere questa polarizzazione: di là , dice lui, la “sinistra delle opportunità ”, di qua quella delle rendite di posizione.
Di là “l’innovazione”, di qua la conservazione.
La manifestazione di sabato prossimo serve anche a rompere questo schema e a costringere Renzi a una nuova dialettica.
Salvatore Cannavò
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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