SPACCA TUTTO, IL TRASFORMISTA DEGLI SCONTRINI; DAL PD A CANDIDATO GOVERNATORE DELLE MARCHE PER IL CENTRODESTRA
E’ INDAGATO PER PECULATO NELL’INCHIESTA SU RIMBORSOPOLI
Il 2015 è l’anno in cui Gian Mario Spacca, sessantaduenne dalla chioma ormai canuta, festeggia nelle Marche, la sua regione, le nozze d’argento con la poltrona.
Un quarto di secolo o cinque lustri, se preferite.
E per dare l’idea di quello che è successo qui, in questo lembo placido e operoso del Paese, incline più al silenzio che al rumore mediatico, è forse utile fare un paio di paragoni.
È come se l’ex comunista ingraiano Antonio Bassolino, cinque anni fa, si fosse candidato governatore in Campania con la Forza Italia di Nicola Cosentino.
Oppure ancora che il bersaniano Vasco Errani, in Emilia Romagna, si fosse schierato con la Lega.
Ecco, nelle Marche è successa una cosa del genere. Consigliere e assessore regionale per 15 anni, dal 1990, poi governatore per il centrosinistra dal 2005 a oggi, il prode Spacca, democristiano di estrazione morotea, come l’attuale capo dello Stato, si ripresenta come candidato-presidente con il sostegno dei suoi nemici di ieri, Forza Italia e il centrodestra alfaniano.
È l’ultima frontiera del cosiddetto modello Marche, che lo stesso Spacca inventò per escludere la sinistra radicale dalla sua coalizione e introdurre il cavallo di troia centrista degli ex dc.
Le Marche sono la regione di Diego Della Valle ma il vero potere industriale che conta è quello dei Merloni di Fabriano, la dinastia degli elettrodomestici che tra l’altro ha mollato Indesit a Whirlpool.
I Merloni alla politica non hanno dato solo familiari (l’ultima è Maria Paola, ex montezemoliana e senatrice del Pd) ma anche loro uomini come Spacca, che nell’azienda ha ricoperto vari ruoli.
E pure adesso che ha rotto con il centrosinistra, diventando uno dei re dell’eterno trasformismo italico, Spacca è difeso dalla famiglia Merloni che ne ha lodato il “bel percorso”.
Talmente bello che il governatore uscente delle Marche, e aspirante rientrante con Forza Italia e Ncd, è scivolato su 51mila 727 euro e 16 centesimi di scontrini e fatture. Rimborsopoli alla Regione.
Spacca è infatti indagato, con altri 65 tra consiglieri e addetti ai gruppi, per il reato di peculato.
Alla procura di Ancona la chiusura dell’inchiesta c’è stata tre mesi fa, a febbraio, e in cento pagine c’è la radiografia dello sperpero di un milione e 200mila euro in quattro anni, dal 2008 al 2012.
Spese pazze e facili
Un consigliere dei Comunisti Italiani, per esempio, si è fatto rimborsare 16,80 per il volume intitolato Il segreto delle donne. Viaggio nel cuore del piacere. Un libro sull’orgasmo femminile che il consigliere ha giustificato in quanto “fondatore della commissione Pari opportunità ”.
Spacca, invece, si è librato molto più in alto, sulle ali della sapienza, e nelle spese non documentate a sufficienza del 2009 ha inserito la stampa di ben 55mila copie del periodico filosofico-culturale Koinè. “Estiqaatsi”, direbbero gli indiani d’America.
Non solo, tra cene per compleanni e onomastici, le spese di spedizione di un altro periodico, stavolta più terra terra, e cioè Marche Domani, c’è una consulenza professionale data da Spacca, nel 2012, per oltre 10mila euro.
“Spese facili e appropriazione indebita”, queste le parole dei magistrati.
Nel pattuglione di indagati della Rimborsopoli sono in tanti che, riciclatisi con il partitino alfaniano di Ncd, hanno seguito Spacca nella sua avventura di Marche 2020.
Come l’ex dipietrista dell’Idv nonchè attrice Paola Giorgi, che è indagata anche per truffa: “con artifici e raggiri” avrebbe ottenuto quasi 8mila euro di rimborsi chilometrici dichiarando di risiedere in un paesino, Matelica, quando invece il suo domicilio effettivo era ad Ancona.
Memorabile, poi, Paolo Eusebi, altro ex Idv oggi “spacchiano” che si è dovuto scusare per aver fatto pagare ai contribuenti le sue sigarette Merit.
Indagato, infine, pure il braccio destro del governatore, Vittoriano Solazzi, ex Pd e attuale coordinatore regionale di Ncd.
Il partito del biogas
Quando Spacca si è fatto il suo movimento coi centristi di Angelino Alfano (e alleandosi con Forza Italia), il Pd regionale ha definito Marche 2020 “il partito del biogas”.
Ironia della sorte, il segretario democrat delle Marche, che si chiama Francesco Comi, è indagato per Rimborsopoli.
Veleni incrociati a parte, qui si gioca una grande partita, tra lobby e politica, su 12 centrali partorite da una legge regionale bocciata più volte dalla Consulta e dal Consiglio di Stato.
Sull’affaire c’è un’inchiesta che ha accertato il pagamento di alcune tangenti alla burocrazia regionale. Il garbuglio di interessi per le prossime elezioni è milionario.
Nei sondaggi, in testa c’è il candidato del centrosinistra Luca Ceriscioli, dato al 38 per cento. Segue il grillino Gianni Maggi al 21. Solo terzo, al momento, l’uscente Spacca, con il 17 per cento.
Il governatore trasformista rischia il flop nonostante il simbolo di Forza Italia nella sua coalizione. Peraltro, è un tipo curioso e furbo questo Spacca.
Incassato il sostegno dei suoi avversari storici si è premurato di far sapere agli azzurri di non gradire l’arrivo di B. nelle Marche in campagna elettorale: “Non abbiamo bisogno del carisma dei leader nazionali”.
La solita Daniela Santanchè gli ha gridato contro: “Spacca vuole gli azzurri ma non Berlusconi. Mi auguro che non sia più il nostro candidato”.
Stavolta, però, Spacca ha ragione. Sarebbe stato troppo salire su un palco con Silvio Berlusconi e farsi fotografare con lui.
Anche il trasformismo ha i suoi limiti.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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