SPIEGHIAMO ALLA MELONI LA DIFFERENZA TRA LIBRA, MINIBOT E BITCOIN
OGNI VOLTA CHE LA MELONI PARLA, UN ECONOMISTA MUORE (DAL RIDERE)
Ogni volta che Giorgia Meloni parla, un economista muore. Dal ridere. Ma anche uno studente al terzo anno di ragioneria ha buone chances di sganascarsi dalle risate, e il fatto che ci siano molti italiani che hanno deciso di votarla ci fa capire che il problema non è lei ma è la situazione che è disperata, ma non seria.
Il fatto che Meloni — o il suo social media manager — non capisca buona parte di quello che legge è dimostrato da questo tweet in cui paragona Libra, la moneta elettronica di Facebook, ai minibot che il governo vorrebbe introdurre, anzi no, anzi sì, anzi forse, anzi a seconda di quale piede mette giù dal letto la maggioranza di prima mattina.
In primo luogo, Meloni commette un errore che manda a prostitute tutto l’apparato ideologico-macchiettistico dei fautori della proposta: loro si sono prodigati a spiegare che i minibot non sono moneta ed ecco che lei dice che bisogna emetterli, considerandoli implicitamente moneta.
Ma perchè Libra non c’entra niente con i minibot, nonostante quanto asseriscano personaggi del calibro di Paolo Becchi su Libero?
Perchè Libra è basata su una nuova blockchain open source, la cui stabilità sarà supportata da una riserva di asset reali, composta da un mix di valute internazionali e titoli di debito a breve termine.
Cosa vuol dire questo? Facciamo un passo indietro: la moneta può avere valore intrinseco o valore fiduciario. Un esempio: l’oro ha un valore intrinseco perchè è accettato e scambiato ovunque in base al suo peso.
Le monete fiduciarie invece dipendono dalla fiducia nei confronti dell’emittente (la banca centrale, ovvero lo Stato che la emette).
Libra però, come abbiamo visto, sarà garantita da asset reali. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che quando il signor Rossi chiederà (poniamo, in caso di parità di valutazione) 100 libra in cambio di 100 euro, gli euro verranno impiegati per comprare (ad esempio) titoli di Stato a basso (ma sicuro) rendimento.
Quindi Libra avrà un valore reale e, punto importante, verrà creata soltanto quando qualcuno la richiederà e fino a esaurimento della richiesta (che potrebbe essere sì infinita, ma anche no).
Questo fa di Libra non una moneta fiduciaria ma una moneta dal valore intrinseco, visto che il suo valore è garantito dal paniere di valute e titoli che sono stati comprati all’atto della sua emissione. Chi gestisce Libra non creerà moneta dal nulla.
E invece i Minibot? Secondo i loro fautori i minibot sono la cartolarizzazione di un debito (di solito si cartolarizzano i crediti, ma questo è un dettaglio…) che servono effettivamente o a far aumentare il circolante (e quindi a battere moneta dal valore fiduciario).
Già questo dovrebbe far capire che paragonare i minibot a libra è come paragonare Giorgia Meloni a uno che sa di che parla.
Ma c’è anche una differenza con i bitcoin: il valore dei bitcoin è determinato dalla legge della domanda e dell’offerta. In più a stessa blockchain ripropone un modello centralizzato, ben diverso da quello di bitcoin, anche se la presenza di più gestori punta a garantire una maggiore pluralità .
Ma il white paper su Libra precisa che nell’arco di cinque anni saranno trovate le soluzioni adeguate per ricalcare uno schema davvero decentralizzato. Restano aperti molti nodi legati proprio alla reale decentralizzazione, così come alla sicurezza e al meccanismo di consenso della blockchain. Ma di certo la differenza c’è.
(da “NextQuotidiano”)
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